Arrivano i temporali, colture a rischio

NAPOLI – Finita la fase ‘acuta dell’estate’, si stanno già verificando temporali e trombe d’aria in diverse parti d’Italia. Bisognerà tenere alta l’attenzione nei prossimi giorni, in tutta Italia e soprattutto in quelle zone che hanno già dato prova di essere estremamente esposte al cosiddetto ‘rischio idrogeologico’. E’’ anche questo uno dei tanti effetti deleteri del climate change.
L’allarme lo ha lanciato la Coldiretti ieri mattina e nemmeno a farlo apposta, poche ore dopo è arrivato il bollettino della Protezione civile: “Allerta meteo gialla su tutta la Campania dalle 8 alle 20 di oggi. Possibili temporali, raffiche di vento, fulmini e grandine”. “La Protezione civile della Regione Campania raccomanda agli enti competenti di prestare la massima attenzione alle aree interessate da incendi e di porre in essere tutte le misure atte a mitigare e contrastare i fenomeni attesi, sia in ordine al dissesto idrogeologico che alle sollecitazioni dei venti”.
Un’allerta che combacia fatalmente con quanto denunciato dalla Coldiretti: “L’arrivo dei temporali con terreni allagati da bombe d’acqua e alberi abbattuti fa salire il conto dei danni nelle campagne duramente provate dal caldo e dalla siccità che ha seccato la terra, scottato la frutta e la verdura, impoverito i raccolti di mais, soia, girasole e pomodoro da conserva e tagliato la disponibilità di foraggio per gli animali nei campi arsi dal sole o andati a fuoco per gli incendi con danni stimati in oltre un miliardo”: è quanto afferma la Coldiretti in riferimento alle manifestazioni temporalesche che hanno interessato a macchia di leopardo la Penisola con rovesci di forte intensità, locali grandinate e forti raffiche di vento. “Un cambiamento che sembra sancire la fine della fase più acuta per una estate che si classifica in Italia nella top ten delle più calde da oltre due secoli con una temperatura bollente ad agosto dopo che a luglio è stata superiore di 1,24 gradi alla media storica che era stata superata di ben +2,18 gradi a giugno, secondo l’analisi della Coldiretti sulla base della banca dati Isac Cnr che effettua le rilevazioni in Italia dal 1800”, prosegue la nota.
“La pioggia – continua la Coldiretti – è attesa per combattere la siccità nelle campagne ma per essere di sollievo deve durare a lungo, cadere in maniera costante e non troppo intensa, mentre i forti temporali, soprattutto con precipitazioni violente provocano danni poiché i terreni non riescono ad assorbire l’acqua che cade violentemente e tende ad allontanarsi per scorrimento provocando frane e smottamenti”.
“Siamo di fronte – sottolinea l’associazione – alle conseguenze dei cambiamenti climatici anche in Italia dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con grandine di maggiori dimensioni, una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo”.
“Nonostante i cambiamenti climatici l’Italia – rimarca ancora la Coldiretti – resta un Paese piovoso con circa 300 miliardi di metri cubi d’acqua che cadono annualmente, ma per le carenze infrastrutturali se ne trattiene solo l’11%”. “Per risparmiare l’acqua, aumentare la capacità di irrigazione e incrementare la disponibilità di cibo per le famiglie è stato elaborato e proposto per tempo un progetto concreto immediatamente cantierabile nel Recovery plan – insiste l’associazione – un intervento strutturale reso necessario dai cambiamenti climatici caratterizzati dall’alternarsi di precipitazioni violente a lunghi periodi di assenza di acqua, lungo tutto il territorio nazionale”.
“Il progetto – conclude la Coldiretti – prevede la realizzazione di una rete di piccoli invasi con basso impatto paesaggistico e diffusi sul territorio, privilegiando il completamento e il recupero di strutture già presenti, progettualità già avviata e da avviarsi con procedure autorizzative non complesse, in modo da instradare velocemente il progetto e ottimizzare i risultati finali. L’idea è di ‘costruire’ senza uso di cemento per ridurre l’impatto l’ambientale laghetti in equilibrio con i territori, che conservano l’acqua per distribuirla in modo razionale ai cittadini, all’industria e all’agricoltura, con una ricaduta importante sull’ambiente e sull’occupazione”.

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