Atletica, Jacobs: “Tanti appuntamenti nel 2022, arrivare a Parigi meglio che a Tokyo”

Foto Cecilia Fabiano/ LaPresse Nella Foto: Marcell Jacobs

ROMA“L’anno prossimo ci sono tanti appuntamenti importanti, dai campionati del mondo al coperto, ai Campionati europei, ai campionati del mondo. Quindi ci saranno tantissimi appuntamenti, per questo ho deciso di fermarmi quest’anno, per concentrarmi bene sul prossimo anno. Sarà un percorso molto lungo e cercherò di confermarmi in tutti questi appuntamenti e di arrivare a Parigi meglio di Tokyo”. Così Marcell Jacobs, campione olimpico dei 100 metri e della staffetta veloce ai Giochi di Tokyo, ospite al Tg5.

Sul ruolo della mental coach e il legame mente e corpo ha aggiunto: “Deve esserci un collegamento unico. Quando ho iniziato a lavorare con lei tutto è cambiato. Tutti sapevano quante doti fisiche io avessi, ma non ero mai riuscito a trasformarle in pista. Il suo lavoro è stato importantissimo, mi ha permesso di raggiungere grandi risultati incredibili fin da subito. Lei dice sempre che è molto fortunata perché con me riesce a lavorare molto bene perché riesco ad apprendere subito quello che lei mi insegna. Credo che mente e corpo devono andare sulla stessa linea”.  

In merito a come ha iniziato a scoprire il suo talento da velocista ha spiegato: “Da bambino, quando correvo nel cortile di mio nonno. Lui mi chiamava ‘motoretta’. Correvo sempre, non stavo mai fermo e correvo anche abbastanza veloce. Da lì è nata questa mia voglia di correre”.

Ha poi parlato della sua sfera privata: “Mia madre è stata una figura veramente importante per me, mi ha sempre sostenuto in tutto, anche nei momenti più difficili, quando hai quell’età in cui vuoi più divertirti che altro. Lei è sempre stata focalizzata su quello che doveva essere il mio obiettivo, su quello che volevo da bambino. Lei ha cercato di farmelo raggiungere spronandomi sempre. Con mio padre, il rapporto si è riallacciato a settembre 2020. Non è stato facile dall’inizio. L’ho rivisto solo nel 2008. In realtà era la prima volta, da piccolo non me lo ricordavo. Diciamo che è stato un bel riavvicinamento, speriamo continui così o anche meglio”. E nel suo ruolo di padre ha spiegato: “Posso considerarmi un buon padre. A casa corrono tutti. I tatuaggi? Rappresentano la mia vita, la tigre è il mio animale preferito, mi reputo tale. Per questo ho questo tatuaggio”.(LaPresse)

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