Auto, mercato Italia -8,8% a febbraio. Anfia: “Pesa il coronavirus”

Foto Mourad Balti Touati / LaPresse

MILANO – Si conferma un inizio 2020 in ‘retromarcia’ per il mercato auto italiano, che registra la seconda battuta d’arresto di fila dell’anno. La Motorizzazione civile, spiega il Ministero dei Trasporti, registra a febbraio 162.793 vetture, con una flessione dell’8,8% rispetto a un anno prima. Il risultato porta in negativo i risultati dei primi due mesi del 2020, con le immatricolazioni che scendono del 7,3% a quota 318.545 vetture. Immediata la reazione delle associazioni delle case d’auto, che si interrogano sulla dipendenza dei dati dagli ultimi sviluppi del coronavirus. Se per l’Anfia sui dati inizia a pesare l’emergenza, secondo il Centro studi Promotor il mercato inizierà ad avvertire i primi effetti di Covid-19 solo da marzo.

Nel mese si distingue il risultato di vendite ottenuto da Fiat Chrysler Automobiles in Italia: con oltre 41.300 immatricolazioni raggiunge la quota del 25,4%, in aumento di 0,6 punti percentuali rispetto all’anno scorso. Nei primi due mesi dell’anno il gruppo guidato da Michael Manley registra quasi 81.200 vetture, pari al 25,5% di quota, in aumento di oltre un punto percentuale rispetto allo stesso periodo del 2019. Complessivamente sono 5 i modelli Fca classificati nella top ten delle auto più vendute nel mese: oltre alla Fiat Panda e alla Lancia Ypsilon (prima e seconda assolute), tra le prime dieci anche le Fiat 500 e 500X e la Jeep Renegade.

Tornando ai dati complessivi del mercato italiano, sempre a febbraio – sottolinea il Mit – si registrano 336.634 trasferimenti di proprietà di auto usate, con una flessione del 7,28% rispetto a febbraio 2019, quando le registrazioni erano state 363.084. Nel mese il volume globale delle vendite (499.427 autovetture) interessa per il 32,6% auto nuove e per il 67,40% auto usate.

Sul rallentamento generale delle immatricolazioni di febbraio “ha iniziato a pesare anche la situazione di crisi che l’Italia sta vivendo a seguito dell’emergenza coronavirus”, commenta Paolo Scudieri, presidente dell’Anfia. “Le difficoltà segnalate dai concessionari, in termini di calo delle visite in sede e degli ordini, in particolar modo nelle regioni della ‘zona rossa’, si rifletteranno, con ogni probabilità, in un ulteriore calo del mercato”, aggiunge Scudieri, augurandosi che “a breve si avvii un processo di normalizzazione affinché tutte le imprese del settore” possano “contenere le perdite e ritornare competitive sui mercati internazionali”.

Più cauto il Centro studi Promotor

“La contrazione di febbraio può essere attribuita solo in minima parte ad un primo effetto coronavirus perché le vetture immatricolate in genere vengono ordinate con forte anticipo”. Un “effetto coronavirus si è però avuto nelle zone rosse” e “effetti analoghi si stanno verificando in tutto il Paese”. Da un’indagine di Promotor emerge infatti che il 79% dei concessionari dichiara un basso livello di affluenza nei saloni di vendita e il 75% denuncia anche un basso livello di acquisizione di ordini. (AWE/LaPresse)

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