Autonomia, Fontana avverte: “Senza accordo il governo cadrà”

Su legittima difesa e taglio parlamentari i giallo-verdi si giocano la sopravvivenza

Foto Moro Francesco / LaPresse in foto Attilio Fontana

ROMA – C’è un nuovo banco di prova per il governo pentaleghista: la riforma sull’autonomia di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Se Movimento 5 Stelle e Lega non riusciranno ad accordarsi le loro strade rischieranno di dividersi

L’avvertimento

Il presidente lombardo Attilio Fontana non ha dubbi: o i 5 Stelle collaborano e seguono la linea della Lega rispetto all’autonomia richiesta dalle tre Regioni, o il governo pentaleghista non avrà futuro. “Il governo onorerà l’impegno sull’autonomia di Lombardia, Veneto e Emilia Romagna – dice – ma se i 5 stelle non lo faranno il governo cadrà. Quella dell’autonomia è una grande riforma dalla quale non possiamo prescindere se vogliamo dare una impostazione diversa a questo Paese. Le scelte fatte a Roma – termina Fontana – possono andar bene per certi territori, non per tutti. Bisogna fare una scelta sul futuro del Paese”.

Giro di boa il 15 febbraio

Questa la data entro la quale il premier Giuseppe Conte avvierà il negoziato con i governatori. Intanto dal Mezzogiorno si levano gli scudi. Mentre il governatore campano Vincenzo De Luca scrive al presidente del Coniglio, Mara Carfagna, vicepresidente della Camera ammonisce. “L’autonomia delle regioni del Nord – spiega la berlusconiana – è un obiettivo importante di efficienza e di sviluppo, ma non può essere concessa a discapito dei giovani, delle donne, degli studenti, degli anziani e dei piccoli imprenditori del Sud”.

Terreno scivoloso

La strada è in salita per i pentaleghisti. Riuscire a trovare un accordo sull’’Autonomia non sarà semplice. Ma, stando alle diverse posizioni, lo sarà ancora meno riuscire a mediare su questioni come la Legittima difesa cara alla Lega e il taglio del numero di parlamentari e dei loro stipendi, cavallo di battaglia del M5S. Proprio su quest’ultimo punto, le posizioni sono chiare. Claudio Borghi, del carroccio, ha detto a chiare lettere: “Non è nel contratto di governo”.

Mediazione o addio

Se i due partiti di governo riusciranno a superare indenni la fase di discussione e approvazione di tali riforme sarà grazie alla capacità di mediare dei due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini. In caso contrario la tenuta del governo pentaleghista sarà messa a dura prova.

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