Ponte Morandi, il Cda di Autostrade va avanti come se nulla fosse successo. Il governo contesta formalmente il crollo alla società

Conclusa la riunione dei vertici: stop al pedaggio, ricostruzione in 8 mesi e fondo per le vittime. Elemosina secondo il governo che ha inviato una lettera di contestazione formale

Lp - Photo by Piero Cruciatti/ Afp

GENOVA – Il cordoglio, non le scuse. Il Consiglio di amministrazione di Autostrade per l’Italia continua a negare ogni responsabilità del crollo del ponte Morandi, a Genova. La linea di difesa resta la stessa: esprimere cordoglio e far finta di niente. I componenti del Cda hanno osservato anche un minuto di silenzio in occasione della riunione di oggi. E hanno risposto con ‘ben’ tre righe alla contestazione inviata e consegnata ufficialmente dal Ministero delle Infrastrutture: “Il Consiglio di Amministrazione ha, inoltre, preso atto della lettera di contestazioni ricevuta dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e verrà riconvocato in tempo utile per fornire e deliberare un adeguato riscontro alle stesse”.

La strategia di Autostrade: far finta di nulla. C’è lo stop al pedaggio

Dopo la conferenza stampa dei giorni scorsi del presidente Fabio Cerchiai e dell’amministratore delegato, manager ‘low cost’ da 2,7 milioni l’anno, Giovanni Castellucci, il Cda ha ribadito la volontà di impegnarsi per superare l’incidente del 14 agosto. E quindi è stata rilanciata la proposta di ricostruire il ponte in 8 mesi, di mettere a disposizione 500 milioni di euro e un fondo per le famiglie delle vittime. Sospeso il pedaggio autostradale sulla rete genovese, con effetto retroattivo a partire dal 14 agosto e fino alla completa ricostruzione del ponte sul Polcevera. Il transito diventa gratuito per chi viaggia sui tratti locali (Genova Bolzaneto-Genova Ovest-Genova Est e Genova Pra’-Genova Pegli-Genova Aeroporto). Elemosina, secondo il governo. Autostrade va avanti come se non avesse alcuna responsabilità del crollo di un ponte del quale doveva garantire tenute e manutenzione. Come se non fossero morte 43 persone. Come se non ci fossero centinaia di sfollati.

Il governo contesta formalmente il collasso del ponte Morandi

Eppure la lettera di contestazione del governo, firmata dal direttore generale del Ministero delle Infrastrutture, Vincenzo Cinelli, è molto chiara. E molto dura: “Si avvia, in modo formale, la contestazione del gravissimo inadempimento della società agli obblighi di manutenzione (ordinaria e straordinaria) e custodia, in oggettiva considerazione del collasso dell’infrastruttura, delle vittime accertate e degli ingenti danni riportati ai beni anche di soggetti terzi, senza considerare l’interruzione del sistema di viabilità e quindi la compromissione delle infrastrutture concesse”.

Il Ministero guidato da Danilo Toninelli chiede una relazione dettagliata su quanto avvenuto da consegnare in 15 giorni. Paventa la possibilità di chiedere un risarcimento e si riserva “ogni valutazione in ordine al miglior soddisfacimento dei molteplici interessi pubblici coinvolti, che attengono al piano della tutela della vita, della salute e della sicurezza dei cittadini e degli utenti delle infrastrutture”. Tradotto: revoca della concessione tra le opzioni in campo. Intanto la magistratura indaga. Far finta di niente è una soluzione tampone. Autostrade non potrà far finta di niente ancora a lungo.

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