Avvocati, voto a rischio annullamento

Il caso di Del Vecchio, Mirra e Manna torna davanti al Cnf. Poi c’è la Cassazione

CASERTA (uc) – Il rischio che le elezioni per il rinnovo del consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Santa Maria Capua Vetere vengano annullate è serio e concreto. I tre avvocati esclusi dalle consultazioni dalla commissione elettorale, Angela Del Vecchio, Antonio Mirra e Patrizia Manna (nello stesso ordine da sinistra nella foto), infatti, non hanno ricevuto alcuna risposta dal Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Avvocati, al quale avevano fatto tempestivo ricorso, attraverso il loro legale Renato Labriola (nella foto a destra). Eppure il 15 gennaio scorso lo stesso CNF si era pronunciato tempestivamente su un caso analogo, accogliendo il ricorso presentato dall’avvocato romano Pietro Di Tosto.

Renato Labriola

Anche lui, come i tre del Foro sammaritano, era stato escluso per il divieto del terzo mandato. Divieto che, però, presuppone che i due mandati già svolti abbiano avuto una durata di almeno due anni.
Ora, nel loro ricorso gli avvocati Del Vecchio, Mirra e Manna hanno evidenziato il fatto che il primo mandato da loro svolto, iniziato nel febbraio del 2012, si è concluso il 31 dicembre del 2013, solo un anno e dieci mesi. Certo, hanno continuato a svolgere la funzione di consigliere in proroga per diversi mesi. Ma, osserva l’avvocato Labriola, il regime di proroga presuppone la scadenza del mandato. Che in questo caso, pertanto, non può essere computato ai fini della declaratoria di incandidabilità.

Quando la commissione elettorale si è pronunciata, alle 16 di giovedì scorso, i tre esclusi si sono rivolti subito all’amministrativista. Alle 20 e 30 del giorno stesso il ricorso era già stato inoltrato e depositato per via telematica all’Ordine Nazionale, all’Ordine sammaritano e alla commissione elettorale stessa.

Il mattino successivo sono state depositate le copie fisiche con relativa documentazione. Di fronte al silenzio delle istituzioni di autogoverno della categoria, però, alle 23:40 di domenica scorsa, la sera prima dell’apertura delle consultazioni, è stato depositato per via telematica il ricorso al tribunale amministrativo regionale del Lazio. Il giorno dopo il presidente della Sezione I Quater ha sì affermato il difetto di giurisdizione del giudice amministrativo in favore del Consiglio Nazionale Forense. Ma nel farlo ha affermato, richiamando proprio il provvedimento in favore dell’avvocato romano, che “anche il sistema di tutela innanzi al CNF non esclude la presenza di una fase cautelare inaudita altera parte”.

In parole povere, il Tar ha affermato che il Consiglio Nazionale avrebbe potuto e dovuto provvedere immediatamente sul ricorso presentato dagli avvocati esclusi contro il provvedimento della commissione elettorale.

Una pesante ipoteca sull’esito del voto. Ora, infatti, il legale dei tre avvocati attende che il Consiglio nazionale fissi la seduta collegiale per la discussione del caso. Due le possibilità. La prima, meno probabile, è che il CNF decida per la sospensione e per la ripetizione delle operazioni di voto, con ammissione dei tre esclusi con riserva.
La seconda più probabile, è che dichiari il difetto di interesse al ricorso, visto che si è già votato. In questo secondo caso, i tre presenterebbero un nuovo ricorso davanti alle Sezioni Unite della Cassazione, per ottenere l’annullamento del risultato elettorale. Contestualmente, verrebbe presentato un altro ricorso al CNF contro il verbale di proclamazione degli eletti, nella parte che esclude i tre dalla competizione e annulla i loro voti. In ogni caso, insomma, un ritorno alle urne è più che probabile.

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