Bari, 15 colpi di pistola contro un’impresa ambientale: 3 arresti. C’è l’aggravante mafiosa

Tre arresti nell'inchiesta della Dda di Bari su 15 colpi di pistola sparati la sera del 20 settembre 2018 davanti alla sede di una società operante nel settore delle bonifiche ambientali, nella zona industriale di Acquaviva delle Fonti

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ACQUAVIVA DELLE FONTI (Bari) – Bari, 15 colpi di pistola contro un’impresa ambientale: 3 arresti. C’è l’aggravante mafiosa. Tre arresti nell’inchiesta della Dda di Bari su 15 colpi di pistola sparati la sera del 20 settembre 2018 davanti alla sede di una società operante nel settore delle bonifiche ambientali, nella zona industriale di Acquaviva delle Fonti (Bari). In carcere sono finiti un 33enne, un 53enne e in 36enne, mentre altre tre persone sono indagate a piede libero: le accuse, a vario titolo, sono danneggiamento di edificio a uso pubblico, detenzione porto in luogo pubblico di arma comune da sparo, con l’aggravante del metodo mafioso, nonché di tentata estorsione e favoreggiamento. Le ordinanze di custodia cautelare sono state eseguite questa mattina dai carabinieri.

“Le modalità con cui l’azione è stata commessa sono apparse fin da subito, così come si legge nell’ordinanza del gip, tipiche della minaccia mafiosa, in quanto poste in essere in maniera plateale, da due persone in moto, con i volti nascosti da caschi integrali, in orario serale e con finalità palesemente intimidatorie”, spiegano gli investigatori in una nota. “Nell’azione di fuoco sono state coinvolte tre autovetture parcheggiate nel piazzale e solo per caso non è rimasto ferito alcun dipendente della società”.

Lo scooter usato venne trovato il giorno dopo, bruciato, in agro di Gioia del Colle. Gravi indizi di colpevolezza sono costituti dalle immagini registrate dagli impianti di videosorveglianza presenti nella zona industriale e dalle intercettazioni telefoniche.

Nel corso delle indagini, è stato anche registrato il tentativo, da parte di uno degli indagati, di estorcere 10 mila euro a uno dei soggetti coinvolti nell’azione, come presso del suo silenzio, per non rilevare all’autorità Giudiziaria circostanze decisive a suo carico. Insieme a un’altra persona, che non ha partecipato al danneggiamento, deve rispondere del reato di favoreggiamento.

(LaPresse)

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