Batterio killer, il Veneto richiama 10mila persone a rischio

Dopo sei decessi sono stati messi in allerta i pazienti che tra il 2010 e la fine del 2017 hanno subito un intervento di sostituzione della valvola chirurgica nei reparti di cardiochirurgia degli ospedali di Mestre, Padova, Vicenza e Treviso.

Sala operatoria
© LAPRESSE-Z6910/_Waltraud Grubitzsch

VENEZIA – La commissione tecnico-scientifica del Veneto allerterà tutti quei pazienti che tra il 2010 e la fine del 2017 hanno subito un intervento di sostituzione della valvola chirurgica nei reparti di cardiochirurgia degli ospedali di Mestre, Padova, Vicenza e Treviso. La decisione è stata presa in seguito a sei decessi accertati. L’infezione contro cui la Regione intende tutelare i suoi pazienti è quella da Mycobacterium Chimaera.

Batterio killer, richiamati 10mila pazienti

Sono ben diecimila le persone da allertare. Nei prossimi giorni verrà spedita loro una nota informativa della Regione che spiega quali sono i sintomi provocati dal batterio killer. Tra questi, febbre, sudorazioni notturne e deperimento organico per più di due settimane. In presenza di questi sintomi, i pazienti dovranno necessariamente contattare le strutture sanitarie per essere sottoposti ad esami microbiologici per effettuare le diagnosi. Il campanello d’allarme è scattato in seguito all’insorgere delle infezioni per il batterio killer, annidatosi nei macchinari della LivaNova Deutschland GmbH. Contro l’azienda ora il Veneto punta il dito. “Considerato che dati di letteratura hanno evidenziato che il Mycobacterium chimaera sembra essersi annidato già nel sito di produzione del dispositivo, quindi antecedentemente all’installazione in sala operatoria, la Regione Veneto si sta tutelando nei confronti della Ditta produttrice”.

Una decisione clamorosa

Le autorità sanitarie minimizzano, ma la scelta di “richiamare” 10mila persone l’ha presa da una commissione tecnico-scientifica istituita dalla Regione. “Abbiamo preso questa decisione in base al principio di massima precauzione”, spiega il gruppo di lavoro.

Un analogo provvedimento lo ha adottato anche l’Emilia Romagna, che ha accertato due vittime al Salus Hospital di Reggio. Altri accertamenti sono in corso su altre morti sospette avvenute nello stesso ospedale. “Attualmente sono stati presi in considerazione solo due casi. I pazienti cardiochirurgici coinvolti nell’indagine erano affetti da polipatologie e al momento non risultano ulteriori comunicazioni di casi accertati”. Lo ha precisato in una nota il Salus Hospital.

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