Bidognetti, strette alleanze con tre cosche

Cilindro, Gatto, Antonio Schiavone e Verso i nuovi referenti dell’organizzazione che si muove anche a Lusciano e Baia Domizia

CASAL DI PRINCIPE – Due clan che ormai fanno affari insieme dopo gli arresti e soprattutto le scelte di collaborare con la giustizia di Nicola Schiavone e Raffaele Bidognetti. Un accordo stretto con i Di Micco di Lusciano che permette loro di controllare una serie di Comuni ha dato un assetto diverso alla cosca nata dalle ceneri dei due vecchi gruppi. Enrico Verso è uno degli esponenti della fazione Bidognetti anche dopo la scelta di collaborazione fatta da Raffaele Bidognetti, figlio di Francesco.

Salvatore Fioravante invece è esponente della fazione Schiavone. Non solo Verso però stando alla Dda di Napoli è un esponente della cosca. Michele Bidognetti, fratello di Cicciotto ‘e Mezzanotte, avrebbe diretto la cosca fino al 2016, anno del suo arresto. Un nuovo gruppo bidognettiano è quello che farebbe capo a Massimo Perrone che annovera tra le sue fila Antonio Schiavone, Emanuele Gatto detto ‘o gigante, Luigi Moschino, Vittorio Giarnieri, Gaetano Celeste e fino a qualche tempo fa anche Antimo Di Donato.

Nel gruppo dei Bidognetti nel territorio di Parete figura anche Luigi Cilindro. Ma mantenere l’organizzazione per la camorra è diventato praticamente impossibile. Tanto che ad uno degli esponenti della cosca dopo l’arresto, fu corrisposta una somma di cento euro a settimana che altro non serviva se non al mantenimento del detenuto nel penitenziario per le spese di sopravvitto. Oltre ai nomi degli esponenti che facevano parte del gruppo di Perrone e attraverso questi alla cosca dei Bidognetti, nelle inchiesta della Dda sui Bidognetti compaiono anche i nomi di alcuni alleati dei Bidognetti, tra cui Domenico Gallo, di Cellole, esponente del gruppo dei Muzzoni collegato a quello dei Casalesi attraverso i Bidognetti.

Le cose cambiarono rapodamente nel giro di qualche anno. E le nuove alleanze furono sancite nel corso di diversi summit. Uno di questi fu quello avvenuto l’8 gennaio di quattro anni fa quando in casa di Salvatore Sestile, 73 anni, suocero di Antonio Schiavone, a sua volta fratello di Walter e Francesco Schiavone, capi del clan dei Casalesi in carcere da oltre venti anni e condannati all’ergastolo, si tenne un incontro tra quelli che per la Procura di Napoli sono i rappresentanti di tre clan, quello degli Schiavone, quello dei Mallardo e quello degli Zagaria. Sul tavolo ci sono questioni che riguardano centinaia di migliaia di euro. E in quella riunione presso la Tenuta La Contessa si giunse, nonostante tutto, ad un accordo sulla spartizione dei soldi. Oltre a Sestile presenziarono a quell’incontro i cugini Carmine e Luigi Schiavone, di Casal di Principe, Vincenzo Cesaro, 60 anni, detto enzuccio capa e bomba, di Giugliano, Orlando Fontana detto Nando, 46 anni, di Casapesenna e Francesaco Natale, 48 anni, di Casal di Principe. I responsabili della Tenuta La Contessa, Antonio Schiavone, le figlie e Cesaro non sono indagati nell’inchiesta che lo scorso anno portò alla conclusione di un’indagine in cui era fotografata la nuova strategia dell’organizzazione criminale che ruotava intorno ai Casalesi.

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