Bimba rom violentata: è stato lo zio

Foto LaPresse - Daniele Leone

NAPOLI – La bimba rom di 4 anni ricoverata per abusi sessuali al Santobono è stata violentata dallo zio. Dopo un lungo interrogatorio svoltosi in Questura, l’uomo ha confessato ed è stato fermato con l’accusa di violenza sessuale su minore. Una storia assurda, che fa venire la pelle d’oca al solo pensiero di cosa possa aver subito la piccola.

Le indagini sul caso della bimba rom violentata

Una storia palesatasi lo scorso 9 aprile agli occhi dei medici dell’ospedale del Vomero dove la bimba era stata portata dalla mamma. Il fermo è stato disposto dalla sezione ‘Fasce deboli’ della procura di Napoli, nello specifico dal sostituto procuratore Santulli e dal procuratore aggiunto Falcone. Gli inquirenti avevano sin dal primo istante iniziato ad indagare sui familiari della bimba rom ricoverata prima all’ospedale Santobono e poi al Policlinico Federico II dove di fatto erano stati accertati gli abusi da lei subiti. La polizia aveva iniziato le indagini e la procura aveva proceduto con l’apertura di un fascicolo, inizialmente contro ignoti. Questo dopo aver raccolto tutti i particolari derivanti dalle dichiarazioni della madre della piccola la quale, dopo essersi accorta di alcune perdite di sangue di sua figlia, era corsa immediatamente in ospedale. I medici, accortisi della gravità della situazione, avevano ritenuto opportuno contattare le forze dell’ordine.

La ricostruzione, la confessione e il fermo

Sembra che la violenza possa essere stata compiuta tra domenica e lunedì scorso e secondo quanto riferito dalla madre alle forze dell’ordine non c’erano dubbi sul fatto che l’orco gravitasse in orbita familiare. Quei sospetti avevano indotto la polizia a fare ulteriori approfonditi accertamenti basandosi anche su un referto medico che non lasciava dubbi sulle cause delle condizioni della bimba. L’uomo, vistosi probabilmente braccato, ha deciso di confessare. Così è stato ufficialmente fermato. Per la piccola invece, attualmente ricoverata in ospedale, è già pronta un’equipe di psicologi che la assisterà nel difficile percorso di recupero.

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