Bimbo dimenticato in auto, il papà non si dà pace

Il papà del bimbo di due anni morto ieri a Catania è distrutto: nell'interrogtorio avrebbe raccontato di avere "un grande vuoto in testa"

Foto Andrea Di Grazia/Lapresse

CATANIA – Un uomo “disperato, distrutto, che piange continuamente e non riesce a spiegare l’accaduto”. Così descrive la polizia Luca Cavallaro dopo l’interrogatorio. L’uomo, indagato come atto dovuto per omicidio colposo, è stato ascoltato dagli investigatori della Squadra mobile di Catania. Avrebbe raccontato e di avere “un grande vuoto in testa”. Avrebbe raccontato di essere uscito di casa alle otto del mattino e di avere sistemato il figlio nel seggiolino nel sedile posteriore dell’auto. Poi avrebbe raggiunto il posto di lavoro senza ricordare di aver lasciato Leonardo, il figlio di 2 anni in macchina. Doveva accompagnare il figlio Leonardo all’asilo ma è andato direttamente nella facoltà di Ingegneria dove lavorava. Poi la tragica scoperta, avvenuta dopo la chiamata della moglie, che ha chiesto dove si trovasse il figlio.

Le indagini in corso

Il piccolo Leonardo sarebbe rimasto per ben 5 ore nell’abitacolo dell’automobile. Il decesso del bimbo sarebbe stato causato dal caldo soffocante all’interno dell’auto, ieri le temperature in città hanno toccato punte di 35 gradi. La corsa al pronto soccorso sarebbe stata vana, il piccolo era già in arresto cardiaco quando è arrivato al Policlinico e le manipolazioni dei sanitari non sono servite a nulla.

La lettera del papà di Giorgia

“All’amico di Catania voglio dire soltanto di lasciarsi abbracciare dalla moglie, dai familiari, dagli amici, da tutta la comunità. Di raccogliere quelle mani tese. Io lo so quello che prova: è caduto in un pozzo buio, profondo e gelido”, questo il messaggio del papà di Giorgia, pisano che nel 2018 fu protagonista di una tragedia analoga. Daniele Carli dimenticò la figlia di un anno in auto e andò direttamente al lavoro senza portarla all’asilo. Indagato per omicidio colposo è stato poi prosciolto. La difesa ha sostenuto che il papà fu colpito “da amnesia dissociativa transitoria”. Il giudice ha disposto poi il non luogo a procedere.

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