Bolzano, sfruttavano 14 dipendenti: 3 ordinanze di custodia cautelare

Operazione della Guardia di Finanza

BOLZANO – La guardia di finanza di Bolzano ha eseguito tre ordinanze di custodia cautelare in carcere su ordine del gip di Bolzano nei confronti di tre cittadini cinesi. Che gestivano, in franchising, un esercizio pubblico in un centro commerciale nel capoluogo altoatesino. Facente capo al noto marchio di ristorazione orientale ‘Sushiko’. Hanno arrestato le tre persone (due uomini di 30 e 39 anni e una donna di 29), amministratore unico e soci della società per sfruttamento aggravato del lavoro ed estorsione ai danni di 14 lavoratori pachistani regolarmente residenti in Italia. Le indagini, svolte anche in collaborazione con membri di un’organizzazione sindacale, sono partite qualche mese fa. E hanno consentito di accertare che gli arrestati reclutavano manodopera in condizioni di sfruttamento. Approfittando dello stato di bisogno dei lavoratori, sottopagandoli ed esponendoli a condizioni lavorative e alloggiative degradanti.

Operazione della Guardia di Finanza

I lavoratori, tutti di nazionalità pachistana e impiegati come camerieri, aiuto cuoco, lavapiatti, venivano ‘arruolati’, spiegamo gli inquirenti, mediante il sistema del passaparola o attraverso contatti diretti. I tre arrestati cercavano soprattutto stranieri regolarmente presenti in Italia, che versavano in stato di bisogno, sia economico sia logistico. Una volta reclutati, facevano loro sottoscrivere contratti a tempo determinato o indeterminato, anche part time. Per 40 ore settimanali (sette ore al giorno per cinque giorni e una giornata da cinque ore), che includevano la fruizione di vitto e alloggio.

Gli stessi contratti riportavano spesso mansioni inferiori rispetto a quelle realmente svolte. Ma la realtà dei fatti accertata era completamente diversa. I dipendenti erano costretti a lavorare 11-12 ore al giorno. Non fruivano di ferie (anche se i congedi risultavano comunque inseriti nelle buste paga). E potevano effettuare una sola pausa pranzo, che, in alcuni casi (in particolare il sabato e la domenica), i superiori hanno addirittura negato in relazione al maggiore afflusso di clienti presso il ristorante.

(LaPresse)

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