Boris Johnson nei feudi strappati ai laburisti: “Ripagherò la vostra fiducia”

La vittoria dei Tory nelle elezioni è avvenuta soffiando al Labour alcune delle sue tradizionali roccaforti

MILANO “Voglio che la gente del nordest sappia che noi, il partito conservatore, e io, ripagheremo la vostra fiducia”. All’indomani della vittoria, Boris Johnson è andato a ringraziare personalmente gli ex elettori del Labour che sono passati al suo partito. Per il suo discorso ha scelto un luogo simbolico, Sedgefield, nel nordest dell’Inghilterra, che fu la circoscrizione dell’ex premier laburista Tony Blair.

Johnson nelle ex roccaforti dei laburisti

Qui, incontrando i deputati Tory neoeletti e attivisti locali, Bojo li ha ringraziati per avere cambiato il panorama politico: “Voglio ringraziare tutta la gente di queste incredibili circoscrizioni”, “voglio ringraziare tutti voi per la fiducia che avete riposto nel partito conservatore e in me e so quanto sia stato difficile prendere questa decisione”, “ogni cosa che faremo, ogni cosa che farò come vostro primo ministro, sarà mirata a ripagare quella fiducia”. Poi la conclusione: “Prima di tutto cosa faremo? Attueremo la Brexit”. E ha lanciato un appello all’unità.

Vittoria schiacciante dei Tory

La vittoria dei Tory nelle elezioni è avvenuta soffiando al Labour alcune delle sue tradizionali roccaforti, in zone operaie da decenni laburiste ma favorevoli a lasciare l’Ue. Se i conservatori di Johnson hanno ottenuto una maggioranza di un’entità mai vista dai tempi di Margaret Thatcher nel 1987, con 365 seggi (48 in più) sui 650 della Camera dei Comuni, i laburisti al contrario hanno subito il peggior risultato elettorale dal 1935 crollando a 203 seggi (contro i precedenti 262).

Corbyn verso l’addio dell’incarico

Il leader Jeremy Corbyn lascerà probabilmente l’incarico all’inizio dell’anno prossimo, dopo che il partito avrà scelto un successore. Ha pagato probabilmente quella che i contestatori definiscono una ambiguità sulla Brexit, spingendo per un nuovo referendum ma senza prendere posizione. E una presunta mancanza di fermezza nella gestione del problema dell’antisemitismo nel Labour. L’appello all’unità di Johnson sarà difficile da attuare: i nazionalisti scozzesi dell’Snp hanno ottenuto un ottimo risultato con 48 seggi (13 in più rispetto al 2017). Il che per la leader Nicola Sturgeon è un “mandato” per un nuovo referendum sul futuro della Scozia, che si oppone alla Brexit.

Primo obiettivo: attuare la Brexit

Johnson, al quale dopo l’esito del voto la regina Elisabetta II ha affidato a Buckingham Palace l’incarico di formare un nuovo governo, lunedì dovrebbe annunciare un piccolo rimpasto. Martedì, poi, i deputati torneranno a Westminster e ci sarà il giuramento, prima che giovedì la regina inauguri formalmente il nuovo Parlamento. L’inquilino del numero 10 di Downing Street ha promesso di ripresentare in Parlamento la legge per il ritiro dall’Ue prima di Natale, per attuare la Brexit entro la scadenza del 31 gennaio. Per i mesi e anni successivi, tuttavia, si preannuncia una fase difficile. Quella dei difficili negoziati sulle future relazioni fra Londra e l’Ue, che è il principale partner commerciale del Regno Unito. Questi colloqui dovrebbero terminare per la fine del 2020, una scadenza ritenuta tuttavia “molto ambiziosa” dalla nuova presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen.

(LaPresse)

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