Piazza Affari chiude la settimana in affanno. Spread sale a 289

MILANO – Piazza Affari dà seguito al movimento ribassista della seduta precedente e chiude la settimana con intonazione negativa. Dopo il tonfo di oltre il 2,5% di ieri, il Ftse Mib ha ceduto oggi lo 0,65% a quota 19.351 punti, allontanandosi ulteriormente dai massimi annui toccati nei giorni scorsi.

A condizionare l’umore dei mercati – con Francoforte in perdita di oltre un punto percentuale e Parigi dello 0,48% – sono anche oggi i timori per il rallentamento della crescita nell’area dell’euro. Si è infatti trattato della prima seduta dal taglio delle stime per l’intera eurozona effettuato dalla Commissione europea nelle previsioni d’inverno.

Preoccupazioni alle quali si aggiungono quelle generate dall’indiscrezione in arrivo dagli Stati Uniti riguardo a un rinvio dell’incontro tra Donald Trump e Xi Jinping a dopo il termine del 1 marzo, data che segna la fine della tregua commerciale concordata tra Usa e Cina.

Per l’Italia in particolare, a far tremare è infine anche lo spread, tornato oggi a bucare quota 290 prima di una chiusura a 289 punti col rendimento del decennale italiano al 2,97%.

Protagonista assoluta di giornata, a livello azionario, è stata Bper, arrivata a guadagnare il 9% in scia all’annuncio dell’acquisizione di Unipol Banca per 220 milioni di euro. L’istituto modenese ha rilevato anche il 49% che ancora non possedeva del Banco di Sardegna.

All’interno dell’operazione strutturata con Unipol, la banca emiliana ha ceduto due distinti portafogli di crediti in sofferenza per 1,3 miliardi di euro. Acquisti anche su Unicredit, salita dell’1,01% a 10,23 euro. I riscontri arrivati ieri hanno convinto gli analisti con Mediobanca Securities, che ha confermato il giudizio “outperform” alzando il target price da 15 a 16 euro.


Promozione da parte di Citigroup, rating da “neutral” a “buy”, con prezzo obiettivo a 15 euro

Sempre tra le banche spicca invece il tonfo di Ubi Banca (-4,32% a 2,12 euro)m dopo la diffusione dei conti 2018 che hanno evidenziati ricavi sotto le attese e accantonamenti per perdite su crediti più alti del previsto. Seduta da dimenticare anche per Unipol, scivolata del 5,4% circa dopo i conti 2018, e per Tim, che lascia il 3,24% a 0,47 euro.(AWE/Finanza.com)

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