Brexit, c’è l’accordo con la Ue: soggiorni brevi senza visto

Il Consiglio e il Parlamento europeo hanno concordato che, in seguito alla Brexit, i cittadini del Regno Unito che si recano nello spazio Schengen per un breve soggiorno (90 giorni entro un periodo di 180 giorni) dovrebbero essere autorizzati a viaggiare senza visto

A handout photograph taken and released by the UK Parliament on March 27, 2019 shows Britain's Prime Minister Theresa May reacting during the weekly Prime Minister's Questions (PMQs) question and answer session in the House of Commons in London. - Prime Minister Theresa May on Wednesday pledged to step down if MPs back her EU divorce deal, in a bid to break the Brexit deadlock in Britain's fractured parliament. Her dramatic gambit came just two hours before MPs started a flurry of votes seeking a last-minute alternative Brexit plan to replace her deal. (Photo by MARK DUFFY / various sources / AFP) / EDITORS NOTE THE IMAGE HAS BEEN DIGITALLY ALTERED AT SOURCE TO OBSCURE VISIBLE DOCUMENTS - RESTRICTED TO EDITORIAL USE - NO USE FOR ENTERTAINMENT, SATIRICAL, ADVERTISING PURPOSES - MANDATORY CREDIT " AFP PHOTO /MARK DUFFY/ UK Parliament"

MILANO – Brexit, c’è l’accordo con la Ue: soggiorni brevi senza visto. Il Consiglio e il Parlamento europeo hanno concordato che, in seguito alla Brexit, i cittadini del Regno Unito che si recano nello spazio Schengen per un breve soggiorno (90 giorni entro un periodo di 180 giorni) dovrebbero essere autorizzati a viaggiare senza visto. L’accordo, fa sapere il Consiglio in una nota, è stato approvato ieri dagli ambasciatori dell’Ue. A nome di Consiglio e Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni del Parlamento europeo.

Il testo deve ora essere adottato formalmente dal Parlamento europeo e dal Consiglio. In base alle norme dell’Ue, l’esenzione dal visto è concessa a condizione di reciprocità. Il governo del Regno Unito ha dichiarato che non intende richiedere visto ai cittadini dell’Ue che viaggino nel Regno Unito per brevi soggiorni. Nel caso in cui introduca l’obbligo di visto per i cittadini di almeno uno Stato membro in futuro, afferma la nota, si applicherà il meccanismo di reciprocità esistente. Mentre le tre istituzioni dell’Ue e gli Stati membri reagiranno senza ritardi nell’applicazione del meccanismo.

La Commissione vigilerà sul rispetto del principio di reciprocità su base continuativa. E informerà immediatamente il Parlamento europeo e il Consiglio di eventuali sviluppi che potrebbero metterlo in pericolo. La politica dei visti nei confronti dei cittadini di Paesi terzi che si recano nello spazio Schengen per un breve soggiorno è disciplinata dalla legislazione dell’Ue. Le norme esistenti comprendono tutti i cittadini di Paesi terzi in uno dei due elenchi. Quello delle nazioni per cui è necessario essere in possesso di visto, quello degli Stati i cui cittadini sono esentati da tale obbligo. Dopo la Brexit, il Regno Unito come Paese terzo dovrà comparire in una di queste liste.

(LaPresse)

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