Brucellosi, il caso diventa nazionale

Gasparri: abbattimenti indiscriminati, dovrebbero muoversi tutte le procure campane

CASERTA – Finalmente si esce dai confini provinciali. Finalmente qualcuno che non sia campano si è deciso ad interessarsi di un problema gravissimo che sta ammazzando l’economia casertana: la strage delle bufale per brucellosi. Il senatore Maurizio Gasparri, ieri a Caserta per un’iniziativa di Forza Italia, ha annunciato provvedimenti a tutela degli allevatori. Presto sarà proposta una mozione vincolante per il Governo “che possa consentire finalmente al settore zootecnico bufalino di uscire dall’attuale gravissima crisi causata dalla cattiva gestione regionale”, ha dichiarato.

Migliaia di capi sono stati uccisi, mandati al macello perché le analisi sierologiche commissionate dall’Asl hanno attestato la loro positività alla Brucella. Detta così, nulla di sbagliato: la bufala infetta va eliminata per impedire che possa trasmettere la malattia ad altri esemplari. Ma i dati della profilassi negli stabilimenti bufalini casertani raccolti dal 2011 al 2021 sembrano raccontare tutta un’altra storia. Non sempre la bufala finita al macello è infetta. Cosa significa? Che è possibile che vengano uccisi anche animali sani, che avrebbero potuto continuare a produrre latte, ad alimentare la filiera casearia.


“Avete ragione – ha detto Gasparri rivolto alla platea – se avessero fatto esponenti del centrodestra, solo un decimo di quanto fatto dal centrosinistra sarebbero intervenute tutte le procure della Campania. Abbiamo una situazione negativa sul territorio al di là della crisi mondiale. Oggi, che con la guerra si parla di incertezze sul fronte delle riserve agricole dobbiamo sentirci ancora più responsabili verso attività agricole e i nostri allevamenti per garantire la sopravvivenza e l’autonomia alimentare dell’Italia. Sentire di brucellosi e abbattimenti e ancora di una gestione discutibile è arrivato il momento di farne un caso nazionale, anche alzando il tono”. Il documento varato dalla Regione per combattere la brucellosi bufalina non piace a nessuno. Per Confagricoltura , per esempio, anziché aiutarla, rende complicata l’attività degli allevamenti. Sembra che tutto spinga per arrivare a quella che appare la soluzione finale: gli abbattimenti.

E ripopolare le stalle con le nuove regole è quasi impossibile. “Per evitare la mattanza di bufale che ha portato al fallimento e alla chiusura ben 134 allevamenti campani, la Regione avrebbe dovuto fare prevenzione come prescritto dai regolamenti europei. Lo ha detto persino la Commissione europea. “Il comparto produttivo bufalino, pur esprimendo un prodotto di eccellenza nel mondo, vive oggi una drammatica crisi in Terra di Lavoro per le scellerate scelte della Regione Campania che, di fronte alle epidemie di Brucellosi e Tbc, o presunte tali, ha determinato risposte inadeguate e comunque ingiustificatamente penalizzati per la provincia di Caserta – ha aggiunto il senatore Carlo Sarro – riprendendo alcune mie iniziative parlamentari, ha annunciato che la questione della tutela effettiva del patrimonio bufalino casertano diverrà, per Forza Italia, una questione nazionale”.

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