Bugie al processo, condannate 3 ospiti delle cene nelle ville del patron della Mondadori Berlusconi

Silvio Berlusconi, patron della Arnoldo Mondadori Editore
Silvio Berlusconi e la Mondadori

BARI (uc) – Sono state condannate per falsa testimonianza Vanessa Di Meglio, Sonia Carpentone e Barbara Montereale, tre delle giovani ospiti delle “cene eleganti” nelle megaville dell’ex presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, patron della Arnoldo Mondadori Editore (il cui attuale presidente è la figlia del Cavaliere Marina Berlusconi). Al centro del procedimento le deposizioni rese dalle tre giovani in merito alle feste che si sono tenute tra il 2008 e il 2009, quando Berlusconi era premier in carica.

La sentenza è stata emessa dal tribunale di Bari, che ha condannato le tre imputate (su quattro) alla pena dei due anni di reclusione. La decisione è stata annunciata in aula dal giudice Mario Mastromatteo, in accoglimento della richiesta che era stata avanzata dalla procura di Bari, rappresentata nel giudizio dal pubblico ministero Roberto Rossi.
Il giudice ha concesso comunque alle imputate, in ragione della entità della pena, il beneficio della sospensione. Sono stati invece assolti Roberta Nigro e l’autista di Gianpaolo Tarantini, Dino Mastromarco. Si attende ora il deposito delle motivazioni, che dovrebbe avvenire fra 90 giorni. Non è l’unico processo che vede coinvolte giovani ragazze che hanno frequentato gli eventi privati organizzati dal potente editore. E’ ancora in corso davanti al Tribunale di Milano, infatti, il processo Ruby Ter, che vede imputate le “Olgettine” per falsa testimonianza e lo stesso Berlusconi per corruzione in atti giudiziari. Qui i pm Tiziana Siciliano e Luca Gaglio hanno chiesto per l’ex premier la pena dei 6 anni di reclusione. Secondo l’accusa nelle ville di Berlusconi si sarebbe consolidato un vero e proprio “sistema prostitutivo”, nel quale le sue “odalische”, “schiave sessuali a pagamento”, avrebbero mentito su quelle serate e avrebbero tenuto la bocca chiusa con la stampa in cambio di denaro e altri regali di lusso, tra i quali la messa a disposizione di interi appartamenti. Ma a essere macchiata dall’ombra della corruzione è la stessa storia della Mondadori, ricordata come la “guerra di Segrate”. La casa editrice, infatti, è stata acquisita dalla Fininvest di Berlusconi, a discapito della Cir della famiglia di Carlo De Benedetti, attraverso una sentenza frutto della corruzione di un giudice della Corte di Appello di Milano da parte dell’ex avvocato della Fininvest, l’ex parlamentare Cesare Previti. L’ultima grana della Mondadori è il procedimento civile per il plagio degli articoli di Cronache nel romanzo “Gomorra” di Roberto Saviano.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome