Calcio, Agnelli oltre conti in rosso: “Juve compete per vincere”

Un bilancio in perdita di quasi 210 milioni e la volontà di ripartire grazie a un aumento di capitale da 400 milioni, che segue quello approvato nel settembre 2019 da 300 milioni.

Foto Marco Alpozzi/LaPresse

TORINO – Un bilancio in perdita di quasi 210 milioni e la volontà di ripartire grazie a un aumento di capitale da 400 milioni, che segue quello approvato nel settembre 2019 da 300 milioni. Il mondo del calcio fa ancora la conta dei danni causati dalla pandemia (i cui effetti alla Continassa vengono stimati in 320 mln) ma la Juventus guarda già al futuro, alle nuove sfide che attendono il pallone, dalla questione Superlega ma non solo. L’assemblea degli azionisti, in presenza all’Allianz Stadium diventa così l’occasione per fare il punto della situazione, partendo dal concetto che “siamo Juventus, competitività sportiva per noi vuol dire vincere e ambire a vincere ogni competizione alla quale participiamo – assicura il padrone di casa Andrea Agnelli in conferenza stampa – Il dogma della Juve non cambia”.

I conti in rosso però richiedono qualche riflessione in più, anche perché gli effetti diretti e indiretti del Covid impatteranno con un 40% sull’attuale esercizio. “Il piano di investimenti che avevamo proposto nel 2019 era credibile e i suoi effetti si sarebbero verificati nel medio termine – ha ricordato il presidente bianconero nel suo intervento introduttivo – Un piano espansivo evidentemente porta con sé una previsione di perdite nei primi anni di attuazione di quel piano. Ma quel piano era credibile ieri ed è credibile oggi e ha le carte in regola per ripartire”. Senza Cristiano Ronaldo. “Lo ringrazio per averci fatto gioire così tanto, è stato un onore e un piacere. L’unico peccato è stato non avere il pubblico allo stadio per un anno e mezzo su tre”, ha sottolineato Agnelli aggiungendo però subito dopo che la “Juventus è più grande di chiunque abbia avuto l’onore di far parte del suo percorso dal 1897 ad oggi, la Juve viene prima di qualunque persona”. Anche di CR7 e del suo carisma.

Il nuovo ciclo bianconero, iniziato quest’estate con il ritorno di Massimiliano Allegri, la promozione di Federico Cherubini a responsabile del mercato e l’arrivo dietro la scrivania di Maurizio Arrivabene, prevede “scelte oculate” per garantire una “crescita sostenibile”, ha puntualizzato l’ex team principal della Ferrari. “Non è sempre facile trovare questo bilanciamento ma questo è quello che vogliamo fare. Senza dimenticare – ha ricordato – che il sistema funziona nel momento in cui vinci”. Della Juve che verrà farà ancora parte Paulo Dybala (“per il rinnovo siamo a buonissimo punto”, ha assicurato Nedved) mentre potrebbe esserci qualche parametro zero in meno, di cui Agnelli ha invocato una “gestione più sana”. Casi come quelli di Adrien Rabiot e Aaron Ramsey non dovrebbero più ripetersi. Discorso a parte merita il progetto Superlega, per il quale il presidente bianconero prevede tempi lunghi. La Corte di giustizia europea è chiamata a esprimersi sulla posizione di monopolio della Uefa. “Normalmente i giudici della Corte di giustizia europea si esprimono nell’arco di 15-18 mesi. Questo verosimilmente sarà uno dei procedimenti più lunghi”, ha rivelato Agnelli, che comunque tende nuovamente una mano all’organo presieduto dall’ex amico Aleksandr Ceferin pur andando dritto per la sua strada. “Non mi voglio arrendere, non mi sono arreso ieri, non mi voglio arrendere oggi, non mi arrenderò domani – ha sottolineato – Il sistema ha bisogno di un cambiamento e la Juventus vuole farne parte, ma non posso che ribadire, una volta di più, che sarà solo ed esclusivamente attraverso il dialogo costruttivo che si potrà arrivare ad una soluzione soddisfacente per tutti”.

LaPresse

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