Calcio Lazio, Immobile: “Per vincere serve stare in partita sempre al 100%”

Alla Lazio "manca la continuità dei risultati, nello stare in partita con la testa sempre al 100%, ogni tanto abbiamo dei vuoti. Se vogliamo essere una squadra matura, tosta, che vuole vincere, questo non deve succedere".

Foto LaPresse - Jennifer Lorenzini

ROMA – Alla Lazio “manca la continuità dei risultati, nello stare in partita con la testa sempre al 100%, ogni tanto abbiamo dei vuoti. Se vogliamo essere una squadra matura, tosta, che vuole vincere, questo non deve succedere”. Lo ha dichiarato Ciro Immobile, centravanti dei biancocelesti, nell’intervista concessa a Sky Sport per ‘I Signori del calcio’. “Ci manca solo questo, perché dal punto di vista qualitativo siamo una squadra sulla quale non si può dire niente. Quando uno ha voglia di giocare, la gente si diverte”, ha spiegato il nazionale azzurro. Sugli obiettivi, ha aggiunto: “Mi piacerebbe lavorare per lottare e arrivare in Champions. Le squadre sono queste: ci siamo noi, la Roma, il Napoli, l’Atalanta. Ci giochiamo il quarto posto. Credo sia importante la continuità, se fai quello, puoi andare avanti. Poi, mi piacerebbe andare avanti in Europa League, è una competizione che mi affascina”.

Il rapporto con città e tecnico

 Immobile ha poi parlato della città di Roma e del tecnico Simone Inzaghi. “Se parliamo di Roma città, prima non me l’aspettavo così, mi aspettavo peggio”, ha chiarito. “La città è meravigliosa, la mia famiglia si trova benissimo, una delle più belle al mondo. Sono soddisfatto di quello che sto facendo qui, perché non era semplice, c’era un’eredità importante da coprire, quella di Klose. Non era facile, ma lavoro con quella tigna, quella cattiveria e anche con un po’ di quella testardaggine che mi ha permesso di cancellare le annate passate. Poi ho trovato mister Inzaghi che ha costruito una squadra su di me”. “Se non avessi rispettato le aspettative, se non fossi stato all’altezza e in grado di gestire la cosa, qualcosa sarebbe cambiato”, ha sottolineato l’attaccante. “Siamo cresciuti insieme: lui come allenatore, io come calciatore. Ho finito la maturazione e lui sta cambiando tantissimo da quando abbiamo iniziato. Questo è il quarto anno che lavoriamo insieme e sta crescendo proprio come allenatore. Entra nella testa dei giocatori, si preoccupa dei giocatori, del gruppo, ci tiene a creare un gruppo e ad avere rapporti con i giocatori all’interno degli spogliatoi. Vuole creare con i giocatori più forti un legame. Vuole sapere – ha aggiunto il biancazzurro – se le cose vanno male, quali sono le cose da migliorare. Poi, lui, essendo giovane, ci riesce molto di più rispetto a un allenatore più maturo. È molto preparato e ha uno staff molto preparato”.

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