Caldo record nei prossimi 5 anni

© lapresse - Santi Donaire
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NAPOLI – Temperature record, stagioni annullate, eventi estremi. L’emergenza climatica è sotto gli occhi di tutti e peggiorerà nei prossimi anni. L’allarme arriva dal nuovo report del Wmo dell’Onu ‘Global Annual to Decadal Climate Update’ che esamina il prossimo lustro: tra il 2023 e il 2027 ci sarà l’anno con le temperature più alte mai registrate. Il Wmo (World meteorological organization), l’organizzazione meteorologica mondiale, è la voce autorevole del sistema delle Nazioni Unite su meteo, clima e acqua. Il nuovo rapporto è stato pubblicato prima del Congresso meteorologico mondiale (dal 22 maggio al 2 giugno) che discuterà come rafforzare i servizi meteorologici per sostenere l’adattamento ai cambiamenti climatici.

ACCORDO DI PARIGI

Oltre all’aumento delle temperature globali, i gas serra indotti dall’uomo stanno portando a un maggiore riscaldamento e acidificazione degli oceani, allo scioglimento dei ghiacci marini e dei ghiacciai, all’innalzamento del livello del mare e a condizioni meteorologiche più estreme. L’accordo di Parigi fissa obiettivi a lungo termine per guidare tutte le nazioni a ridurre sostanzialmente le emissioni globali di gas serra per limitare l’aumento della temperatura globale in questo secolo a 2 °C, proseguendo gli sforzi per limitare ulteriormente l’aumento a 1,5 °C, per evitare o ridurre impatti negativi e relative perdite e danni. 

IL REPORT

Il ‘Global Annual to Decadal Update’ fa parte di una serie di studi climatici del Wmo, tra cui l’ammiraglia State of the Global Climate, che cercano di informare i responsabili politici. Il Wmo rilascerà la sua dichiarazione provvisoria sullo stato del clima globale nel 2023 alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, Cop28, a dicembre. Il Met Office del Regno Unito funge da  centro principale del Wmo per la previsione climatica da annuale a decennale. Quest’anno ci sono 145 membri dell’ensemble che hanno contribuito da 11 diversi istituti alle previsioni, che iniziano alla fine del 2022. Le previsioni retrospettive, che coprono il periodo 1960-2018, vengono utilizzate per stimare le capacità di previsione. La fiducia nelle previsioni della temperatura media globale è elevata poiché gli indicatori mostrano un’abilità molto elevata in tutte le misure.

TEMPERATURE HOT

Secondo lo studio è probabile che le temperature globali raggiungano livelli record nei prossimi cinque anni, alimentate dai gas serra che intrappolano il calore e da un evento naturale di El Niño, un fenomeno climatico periodico che provoca un forte riscaldamento delle acque dell’Oceano Pacifico. C’è una probabilità del 66% che la temperatura globale media annuale vicino alla superficie, tra il 2023 e il 2027, sarà superiore di oltre 1,5 °C ai livelli preindustriali per almeno un anno. Inoltre c’è una probabilità del 98% che almeno uno dei prossimi cinque anni, e il quinquennio nel suo insieme, sarà il più caldo mai registrato. C’è solo una probabilità del 32% che la media quinquennale superi la soglia di 1,5 °C, secondo il Global Annual to Decadal Climate Update prodotto dal Met Office del Regno Unito, il centro principale del Wmo per tali previsioni. La possibilità di superare temporaneamente 1,5 °C è aumentata costantemente dal 2015, quando era vicina allo zero. Si prevede che le temperature medie globali continueranno ad aumentare negli anni, allontanandoci sempre di più dal clima a cui siamo abituati.

PIOGGE E POLI

Secondo l’analisi fornita del report il riscaldamento artico è sproporzionatamente alto. Rispetto alla media del decennio 1991-2020, si prevede che l’anomalia della temperatura sarà più di tre volte superiore dell’anomalia media globale se calcolata in media nei prossimi cinque inverni estesi dell’emisfero settentrionale. I modelli di precipitazione previsti per la media da maggio a settembre 2023-2027, rispetto alla media 1991-2020, suggeriscono un aumento delle precipitazioni nel Sahel, nell’Europa settentrionale, in Alaska e nella Siberia settentrionale e una riduzione delle precipitazioni per questa stagione sull’Amazzonia e su parti dell’Australia.

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