Case ‘green’, l’Italia morde il freno

NAPOLI (Francesco Pari) – Rendere le case sostenibili dal punto di vista ambientale sembra un’impresa disperata per l’Italia. Ecco perché la direttiva Ue case ‘green’ fa discutere e crea timori nel nostro Paese. “Tanto durante i lavori del Parlamento quanto successivamente durante i triloghi, il governo porrà in essere tutte le iniziative necessarie affinché il testo finale della direttiva contenga delle previsioni che siano compatibili con la peculiarità del patrimonio edilizio italiano e che consentano una sua graduale riqualificazione contribuendo in tal modo ad incrementarne il valore”. Così il ministro per gli Affari europei, per le politiche di coesione e per il Pnrr, Raffaele Fitto, nel corso del question time alla Camera, risponde a una interrogazione della Lega sulle iniziative, in sede europea, in ordine all’esame di una nuova disciplina sull’efficientamento energetico degli edifici, al fine di tutelare il patrimonio immobiliare italiano.

Le rassicurazioni di Fitto

Prova a rassicurare. “La votazione da parte del Parlamento europeo – ha sottolineato – dovrebbe essere prevista entro la metà di marzo e verranno avviati i triloghi, cioè i negoziati tra presidenza di turno del Consiglio, Commissione e Parlamento, finalizzati a definire sulla base delle diverse posizioni espresse il testo finale”. L’Italia vuole trattare.

La posizione di Santillo

E le forze politiche vanno in pressing sul governo: “Non c’è dubbio che la proposta di direttiva Ue sull’efficientamento energetico degli edifici prevede tempi di adeguamento troppo stretti per le condizioni in cui si trova il patrimonio immobiliare italiano. Su questo è assolutamente necessaria maggiore flessibilità. Ma l’obiettivo della direttiva, che a parole anche il centrodestra condivide, fa emergere per l’ennesima volta i macroscopici errori di politica economica del Governo. Il primo consiste nello sciagurato ridimensionamento del Superbonus, che contribuisce proprio a quell’obiettivo di efficientamento energetico. Il secondo consiste nel non aver ancora capito che in Italia c’è bisogno di un vero piano industriale per la casa. Il trend fissato, infatti, dimostra che l’efficientamento energetico del patrimonio edilizio può passare solo da un piano di stabilizzazione dei bonus edilizi, una sorta di piano industriale per la casa che il M5S ha inserito nel programma elettorale trasformandolo, unica forza politica a farlo, in una proposta di legge già depositata alla Camera”, ha detto Agostino Santillo, vicepresidente del gruppo M5S alla Camera.

Le perplessità in maggioranza

Ma anche la stessa maggioranza non esita ad esprimere perplessità. Forza Italia ha presentato una mozione che impegna il governo “a rappresentare, in sede europea, nel corso dei negoziati, le peculiarità dell’Italia, di modo che si consenta al nostro Paese di avere la necessaria flessibilità per raggiungere obiettivi di risparmio energetico più confacenti alle proprie caratteristiche rispetto a quelli prospettati”, si legge nel testo presentato da Licia Ronzulli e Alessandro Cattaneo. La battaglia è appena cominciata. L’obiettivo dell’Ue è un primo step di cambiamento entro il 2030. Sarà dura.

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