Caso Eitan, terminata l’udienza: sentenza attesa nei prossimi giorni

E' attesa nei prossimi giorni la sentenza al termine dell'udienza sul caso Eitan, unico sopravvissuto alla tragedia della funivia del Mottarone, al centro di una diatriba per il suo affidamento tra i nonni materni e gli zii paterni.

TEL AVIV– E’ attesa nei prossimi giorni la sentenza al termine dell’udienza sul caso Eitan, unico sopravvissuto alla tragedia della funivia del Mottarone, al centro di una diatriba per il suo affidamento tra i nonni materni e gli zii paterni. Parlando con i giornalisti fuori dall’aula, l’avvocato di Peleg, Ronen Dalyahu, ha detto che l’udienza di oggi è stata “molto significativa” e ha discusso di tutte le questioni rilevanti legate al ritorno del ragazzo in Italia. La corte, seocndo quanto ha riferito il legale dei Peleg, comunicherà la propria decisione “nei prossimi giorni”.

“I giudici hanno studiato i documenti e considerato i punti, e spero che daranno una sentenza che serva al benessere del bambino per anni”, ha aggiunto.

Nella precedente sentenza, il tribunale della famiglia di Tel Aviv ha affermato che la residenza di Eitan era in Italia, dove la sua famiglia si era trasferita quando aveva solo un mese. Ha concluso che il suo trasferimento in Israele era illegale e violava i diritti di tutela di sua zia.

Il giudice ha anche invitato la famiglia a riconciliarsi, dicendo che era nell’interesse del bambino.

 Il mese scorso, un tribunale israeliano ha ordinato che il ragazzo fosse restituito ai suoi parenti in Italia, dicendo che era “il luogo della sua normale residenza”. Ha anche ordinato a suo nonno, Shmuel Peleg, che lo aveva portato in Israele contro la volontà dei suoi familiari in Italia, a pagare circa 20.000 dollari di spese e spese legali.

Avvocati e parenti della famiglia in Italia hanno lasciato il tribunale senza commentare. Nella precedente sentenza, il tribunale della famiglia di Tel Aviv ha affermato che la residenza di Eitan era in Italia, dove la sua famiglia si era trasferita quando aveva solo un mese. Ha concluso che il suo trasferimento in Israele era illegale e violava i diritti di tutela di sua zia.

LaPresse

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