Caso Pipitone, nuove indagini su depistaggi e fughe di notizie

Una pista che alla luce delle dichiarazioni del magistrato che seguì il caso di Denise, l'allora sostituto procuratore Maria Angioni oggi giudice a Sassari, potrebbe spiegare il perché le indagini in prima battuta non portarono a nulla

TRAPANI – Prima i rom a Milano, poi il milionario albanese, ora la pista russa. A distanza di sedici anni e otto mesi la scomparsa di Denise Pipitone rimane un mistero. Rapita per punire la madre? Uccisa? Venduta? Tutte ipotesi spacciate in questi anni per verità, per svolte clamorose, per rivelazioni esclusive. In realtà tutti tentativi di sfruttare il dolore dei familiari per fare spettacolo. Di sostanza nelle indagini cominciate nell’autunno del 2004 ce n’è sempre stata poca. Al punto che in molti hanno accusato la procura di Marsala di gravi errori nelle indagini. Ora un nuovo fascicolo aperto dalla procura di Marsala proverà a cercare la verità partendo dalle presunte storture della prime indagini. Il presunto depistaggio e le fughe di notizie che avrebbero agevolato i veri responsabili della sparizione della piccola Denise. Talpe e depistatori che a Trapani spesso vogliono dire solo una cosa: cosa nostra.

Tra complotti e indagini

Se fino ad ora le teorie traballanti, i complotti sgangherati, gli intrighi internazionali al limite del grottesco hanno riempito questi sedici anni e otto mesi è altrettanto vero che dal giorno della scomparsa un solo elemento di peso è sempre stato presente nel caso di Denise Pipitone: l’ombra della mafia trapanese. Un ruolo da attrice principale o comprimaria informata non è stato mai accertato ma nemmeno mai troppo approfondito.

Depistaggi

Una pista che alla luce delle dichiarazioni del magistrato che seguì il caso di Denise, l’allora sostituto procuratore Maria Angioni oggi giudice a Sassari, potrebbe spiegare il perché le indagini in prima battuta non portarono a nulla. L’ex pm è stata sentita come persona informata dei fatti dai magistrati di Marsala che hanno aperto il fascicolo. A loro ha raccontato del sospetto che durante le indagini le notizie riservate uscissero dalla procura, che le persone intercettate fossero al corrente di telefoni sotto controllo e cimici nelle abitazioni. Il magistrato ha anche sottolineato come al tempo avesse chiesto aiuto alla Dda di Palermo (proprio a dimostrazione che la pista mafiosa non è mai stata esclusa).

Il nuovo fascicolo

Il nuovo fascicolo sulla scomparsa di Denise arriva dopo che nelle scorse settimane il caso di Denise è tornato d’attualità per via di una tv russa che sosteneva di avere trovato una ragazza diciassettenne che sarebbe potuta essere appunto Denise. L’ennesimo circo mediatico montato ad arte sul dolore di una famiglia che si è rivelato un flop con un gruppo sanguigno e un dna che non combaciano. L’ennesimo un buco nell’acqua.

(LaPresse/di Francesco Patanè)

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