Catania: scommesse clandestine ed evasione fiscale, confiscati beni per 160 milioni

Operazione della Guardia di Finanza

LaPresse31-03-2012 Firenze, Italia cronaca Blitz della Guardia di finanza e dell'Agenzia delle Entrate su Ponte Vecchio a Firenze, per controlli fiscali alle botteghe orafe. L'operazione è scattata stamani e ha riguardato la verifica di scontrini e ricevute fiscali. Nella Foto: La Guardia di Finanza su Ponte Vecchio

CATANIA – La guardia di finanza di Catania ha eseguito una confisca da 160 milioni di euro nei confronti di due persone. I due sarebbero condannati nel processo nato da una inchiesta che ipotizza per loro i reati di associazione per delinquere finalizzata alla raccolta di scommesse clandestine, al riciclaggio, alla truffa nei confronti dello stato e all’evasione fiscale, con l’aggravante del reato transnazionale. L’operazione è stata condotta dal Servizio centrale investigazione criminalità organizzata e dal comando provinciale di Catania, che hanno eseguito un provvedimento disposto dal Tribunale.

Nel marzo del 2021 la Procura di Catania diede il via ad un’indagine che portò a 23 persone indagate per aver favorito in alcuni casi la famiglia mafiosa dei Santapaola-Ercolano. Vi era un sistema online finalizzato alla gestione di scommesse illecite sportive online. Le misure furono eseguite in Sicilia, Emilia Romagna e Puglia, oltre che in Germania, Polonia e Malta. Gli indagati avevano ideato un’apposita piattaforma di gioco su internet non autorizzata a operare in Italia, attribuendone la proprietà a una società maltese.

Dal 2013 al 2016 l’organizzazione avrebbe incassato ricavi non dichiarati per 570 milioni di euro, omettendo la dichiarazione dell’imposta sulle scommesse per un importo di circa 30 milioni di euro. Sarebbe stata organizzata, anche una raccolta illecita di scommesse da banco sull’intero territorio nazionale, attraverso una rete di agenzie collegate alla piattaforma. Gli importi delle scommesse raccolte dalle varie agenzie sul territorio nazionale e i proventi dell’evasione sarebbero poi finiti nei conti della società maltese, da qui sarebbero stati riciclati nell’acquisito di terreni, fabbricati e società in Italia, tra la Puglia e l’Emilia-Romagna, e anche in Germania.

(LaPresse)

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