Il centrodestra trova la quadra. Ora la palla passa a Di Maio

Le strategie del centrodestra
Giorgia Meloni (Fratelli d'Italia), Silvio Berlusconi (Forza Italia) e Matteo Salvini (Lega Nord) AFP PHOTO / Alberto PIZZOLI

MILANO (Alfredo Stella) –  ‘Alea iacta est’, affermavano i l latini per dire che ‘il dato è tratto’. Trovato l’accordo all’interno del centrodestra con l’acquisizione della poltrona di Palazzo Madama (Paolo Romani? Si parla di Maurizio Gasparri, Annamaria Bernini o Elisabetta Casellati le alternative) e Salvini che ottiene la candidatura a governatore del Friuli Venezia Giulia per il triestino Massimiliano Fedriga, a Montecitorio vanno i 5S a cui passa ora la palla per un percorso comune. Il fatto che l’attenzione sia stata calamitata a destra ha lasciato tempo ai grillini per riflettere sul nome di Montecitorio che sarebbe quello di Roberto Fico. Finora Luigi Di Maio ha tenuto un canale di comunicazione aperto soltanto con Salvini, un po’ perché è l’altro vincitore del 4 marzo, un po’ sperando di spaccare il centrodestra. Ma la Lega non ha rotto la coalizione. Il dado a destra è tratto, dunque, e le posizioni ben delineate, con buona pace anche di Giorgia Meloni. Berlusconi ha dato corda a Salvini per guadagnare tempo, non vuole restare tagliato fuori (restando ai margini come il Pd) perché ha bisogno di tempo per fare depositare il polverone alzato dalla tempesta populista e non può dare via libera a un governo di scopo M5s-Lega che cambi la legge elettorale a loro uso e consumo per tornare al voto tra un anno. Di Maio al momento resta un’incognita: trattare con il centrodestra, rischiando la rivoluzione tra i propri elettori, o rinunciare ancora a prendersi le proprie responsabilità. Va ricordato che il movimento di Grillo è nato come antitesi al governo, raccogliendo dissensi e malumori della gente. Ora ha cambiato pelle, passando dall’opposizione al ‘comando’. E’ quanto voleva il proprio elettorato? Il respo scaturito dalle urne direbbe di si.

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