Centrodestra unito contro Bonafede. Salvini: “Conto anche sulla maggioranza”

Matteo Salvini tende la mano ai vecchi alleati, Forza Italia e Fratelli d'Italia, e strizza l'occhio a Italia Viva per fare uno sgambetto al governo Conte in Senato, dove i numeri della maggioranza traballano

Foto Palazzo Chigi / Filippo Attili / LaPresse in foto Alfonso Bonafede

ROMA – Centrodestra unito contro Bonafede. Salvini: “Conto anche sulla maggioranza”. Matteo Salvini tende la mano ai vecchi alleati, Forza Italia e Fratelli d’Italia, e strizza l’occhio a Italia Viva per fare uno sgambetto al governo Conte in Senato, dove i numeri della maggioranza traballano. Forse non è un caso che dopo i sondaggi che danno sempre saldo, ma in calo il gradimento dell’attuale segretario del Carroccio, a differenza di altri come il presidente del Veneto Luca Zaia, il centrodestra si ricompatti intorno alla mozione di sfiducia depositata a Palazzo Madama nei confronti del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede “con le firme di tutti”. Segno che, dice soddisfatto il leader della Lega, “se si lavora con buona volontà, si trova un impegno comune”, smentendo “tutti quelli che scrivono che l’opposizione è divisa”. Il Guardasigilli è tacciato in modo unanime dal centrodestra di “manifesta incapacità”, sia per la vicenda Dap e le accuse avanzate dal pm paladino dei Cinquestelle Nino Di Matteo di presunte pressioni subite dal ministro sia per la scarcerazione dei boss mafiosi a causa di una vecchia legge che tutela la salute dei detenuti del 41bis e che Bonafede ora propone di cambiare.

Un inedito per Forza Italia che, da tradizione, non supporta mozioni di sfiducia individuali. Per questo Salvini tiene a specificare pubblicamente che non si tratta di un “attacco a una persona”, ma alla sua funzione: “un ministero così importante deve preoccuparsi che durante il Covid i mafiosi stiano in galera e non che ne escano”. E in una nota ufficiale la responsabile Giustizia della Lega, l’avvocato Giulia Bongiorno, chiama in causa l'”inadeguatezza” di Bonafede, definito “un ministro assente”.

Ma dalla Lega arriva anche un messaggio implicito a Matteo Renzi. “Conto che anche dentro la maggioranza ci sia qualcuno che si sta ponendo le stesse domande”, dice Salvini senza giri di parole. “Perché non è una questione di destra o di sinistra: sono usciti senza una motivazione plausibile dei delinquenti che dovrebbero stare in carcere a vita e altri ne usciranno”, sottolinea. La ragion d’essere che ha portato anche Fi a sottoscrivere la sfiducia pare proprio essere stata quella detta in chiaro da Salvini: “Si è portata fin troppa pazienza, sono contento che si offra agli italiani la possibilità di andare oltre”. Ecco, la pazienza nei confronti del Guardasigilli si è esaurita, oltre a quella dell’ex ministro dell’Interno anche quella del Cavaliere e di Giorgia Meloni. Perché la mozione passi, occorrono i voti della maggioranza dei presenti. I senatori Lega-Fi-Fdi sono 156 in tutto, ma secondo un calcolo approssimativo al centrodestra servirebbero 20-25 voti in più e Iv ha ‘solo’ 17 senatori. Insomma, difficile ma non impossibile. Soprattutto, una carta in mano a Renzi da giocare, volendo, nella partita al tavolo con Conte.

Salvini dichiara poi la volontà di “collaborare” con il Governo attraverso le proposte concrete avanzate dalla Lega. Si tratterebbe quindi soltanto di un’azione mirata nei confronti di un membro dell’esecutivo che, però, ha anche il merito di essere stato il ‘talent scout’ nel M5S dell’allora ‘prof’ Giuseppe Conte. Intanto il Movimento fa quadrato sul blog attorno al ‘suo’ ministro, definito troppo “scomodo” e per questo sotto assedio. Ma è proprio nei commenti a margine delle dichiarazioni ufficiali che fiocca qualche dubbio tra gli attivisti che si dicono delusi.

Non sono trascorsi neppure tre mesi da quell’11 febbraio in cui fu proprio l’esponente di Iv Roberto Giachetti a minacciare di presentare una mozione di sfiducia ad personam nei confronti di Bonafede se fosse passata la riforma sulla prescrizione. In quell’occasione, Forza Italia – d’accordo nella sostanza con Italia Viva – annunciò l’intenzione di rivolgersi al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ma non accennò alla volontà di avanzare a propria volta una mozione di sfiducia individuale. Segno che i tempi sono cambiati.

(Elisabetta Graziani – LaPresse)

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