Cgil, Landini: “L’Italia va indietro. Salvini e Di Maio? Non hanno mai lavorato”

Il primo step è la manifestazione unitaria del 9 febbraio contro la manovra e il decretone. Sarà la prima mobilitazione senza Susanna Camusso

Foto Donato Fasano - LaPresse in foto il segretario della Cgil Maurizio Landini

ROMA – Se il buongiorno si vede dal mattino, si prospetta una stagione di contrapposizione tra la nuova Cgil guidata Maurizio Landini e il governo gialloverde. Nelle ultime settimane aveva già bocciato il reddito di cittadinanza, ma nel suo primo giorno da segretario ufficiale l’ex numero uno della Fiom ha criticato apertamente l’esecutivo con una doppia spallata al tandem dei vicepremier. “Noi vogliamo essere il sindacato del cambiamento, vogliamo cambiare davvero il Paese, non come sta facendo Salvini che ci sta portando indietro”, è il grido di battaglia dal palco della Fiera del Levante di Bari.

Landini critica il governo, il sottosegretario Cominardi replica

L’intervento di Landini ha poco di ‘sindacale puro’ e molto di politico, affondo sull’occupazione compreso: “Il problema di questo Paese è avere due vice premier che non hanno mai lavorato. Pensano di occuparsi di povertà e lavoro senza essere poveri e senza aver mai lavorato”. La replica dal governo arriva per bocca del sottosegretario per il Lavoro Claudio Cominardi, che dopo gli auguri di rito a Landini ringrazia la Cgil “per aver riconosciuto che al Governo è importante avere persone legate al mondo del lavoro. Come il sottoscritto, conosco il lavoro duro da quando ero ragazzino, mi sono fatto i calli in fabbrica per quasi vent’anni e ho vissuto sulla pelle il rischio alla povertà e l’insicurezza sociale”.

Landini alla guida della Cgil

Polemiche a parte, Landini sa di aver il compito di traghettare la Cgil nel mondo dei social e lancia le sue proposte, strizzando magari l’occhio ai più giovani. Come? Puntando “sulla costituzione di un’agenzia per lo sviluppo per il lavoro perché pensiamo che gli investimenti pubblici siano un punto decisivo su cui rilanciare l’economia” e su una riforma fiscale vera, “non la flat tax” leghista. Bisogna fare gruppo, non solo tra Cgil, Cisl e UIl.

Gli obiettivi da raggiungere per garantire crescita e sviluppo all’Italia

“Perché non proviamo a lanciare il sindacato di strada in modo che non sia più, nei prossimi anni, un’iniziativa solo della categoria o del territorio, ma coinvolga tutti noi in tutto il paese, in tutti i luoghi dove sono le nostre camere del Lavoro”, chiede infatti tra gli applausi sfoggiando un maglioncino che, escluso il color rosso fuoco, avrebbe fatto invidia anche al suo grande avversario di un tempo, Sergio Marchionne.

La mobilitazione contro la manovra è prevista il 9 febbraio

L’idea di cambiamento passa anche dal no alle politiche di immigrazione (“Andrò al Cara di Mineo che vogliono chiudere”, confida), che per Landini puntano sulla “paure delle persone. Ci hanno fatto credere che saremo invasi, ma non si capisce da chi. Noi non siamo un paese invaso, semmai siamo un paese di evasori che è leggermente diverso”. Il primo step è la manifestazione unitaria del 9 febbraio contro la manovra e il decretone; la prima mobilitazione per la Cgil senza lo sguardo attento di Susanna Camusso. La ex segretaria dovrebbe restare nel sindacato, con Landini che la vorrebbe “ambasciatrice tra i sindacati del mondo”.

(AWE/LaPresse)

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