Cina, per contrastare l’aumento dei dazi la soluzione è il Wto

Costretta a ricorrere all'Organizzazione mondiale del commercio contro la minaccia di dazi aggiuntivi al 10% annunciati dagli Usa sull'import di beni "made in China" per 200 miliardi di dollari

LAPRESSE / AFP PHOTO

PECHINO – Sta facendo molto discutere la minaccia degli Usa di imporre l’aumento del 10% dei dazi sull’import dei beni ‘made in China’. Un affare che agli asiatici costerebbe 200 miliardi di dollari. Ma la Cina, dopo i giorni di choc che hanno fatto seguito all’annuncio di Trump, non sta a guardare e progetta un’alternativa.

La contromossa cinese: ricorrere al Wto

Per contrastare il problema la Cina ha deciso di ha deciso di ricorrere al Wto, l’Organizzazione mondiale del commercio.  La mossa, annunciata con un post sul sito del ministero del Commercio, cade nel giorno in cui Cina e Ue, nel loro 20/mo summit annuale, hanno ribadito l’impegno congiunto per il multilateralismo e il libero scambio. La Cina vuole un avanzamento nei rapporti con l’Unione Europea sul piano degli investimenti e delle indicazioni geografiche protette. Lo ha dichiarato il primo ministro cinese, Li Keqiang, nel corso della conferenza stampa congiunta di oggi con il presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker, e il presidente del Consiglio Europeo, Donald Tusk, oggi a Pechino per la ventesima edizione dello Eu-China summit.  “Condividiamo l’obiettivo di concludere i negoziati a breve”, ammette Li Keqiang. La sigla di altri negoziati, aggiunge il leader asiatico, è rimandata ad ottobre.

“Avanti insieme per la pace, la sicurezza e la crescita”

Così Juncker ha chiosato l’incontro di oggi: “L’UE promuove il multilateralismo rafforzando le sfide globali e difendendo i suoi interessi nel mondo: continueremo a difendere un commercio aperto, leale e basato su regole. Andiamo avanti insieme per promuovere la pace, la crescita e la sicurezza”.

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