Clan Ligato, 18 arresti

Sono accusati a vario titolo di associazione finalizzata al traffico di droga, danneggiamento, lesioni personali, detenzione di armi, munizioni e materie esplodenti, violenza privata e minacce aggravate

Foto LaPresse - Marco Cantile. Blitz antidroga dei carabinieri

Blitz nelle province di Napoli e Caserta contro il clan Ligato. A conclusione di un’articolata attività d’indagine, i militari del Nucleo investigativo carabinieri di Caserta, unitamente a quelli della Compagnia di Capua e in collaborazione con la Squadra mobile di Caserta hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare.

Diciotto le persone arrestate. Ad innescare il provvedimento emesso dal gip del Tribunale di Napoli, la richiesta della Dda.

Le accuse

Agli indagati sono stati contestati a vario titolo i reati di associazione finalizzata al traffico illecito di droga, danneggiamento seguito da incendio, lesioni personali aggravate, detenzione di armi, munizioni e materie esplodenti, porto abusivo d’arma, violenza privata e minacce aggravate, nonché detenzione illegale di bomba a mano.Le presunte condotte illecite sarebbero state messe in atto per agevolare la cosca attiva Pignataro Maggiore.

Il provvedimento restrittivo costituisce il risultato di una prolungata attività d’indagine coordinata dall’ Antimafia di Napoli, avviata nel 2017, nella quale sono confluiti anche gli esiti delle indagini svolte dalla Squadra mobile in ordine all’esplosione, il 28 febbraio 2018, di alcuni colpi di pistola ai danni della saracinesca dell’agenzia funebre Vagliviello di Sparanise.

Le attività del clan

La prolungata attività investigativa ha permesso di trovare importanti elementi di riscontro a gravissimi episodi di violenza avvenuti negli ultimi anni, con particolare riferimento al 2016, 2017 e 2018, a Sparanise, Capua, Pignataro Maggiore, Vitulazio e aree limitrofe. Le indagini che rappresentano il prosieguo di quelle che nel maggio 2018 avevano già assestato un duro colpo al citato sodalizio criminale (con l’arresto di 6 persone, tuttora detenute) tendono a confermare la presenza attiva e pericolosa del clan Ligato operante in Pignataro Maggiore, Vitulazio, Pastorano, Camigliano, Sparanise e Capua, erede del già Clan “Lubrano-Ligato”.

Le investigazioni avrebbero fatto emergere la presenza di nuovi soggetti, già partecipi o contigui al clan e legati a noti affiliati attualmente detenuti.

Stando a quanto sostenuto dall’Antimafia, le attività illecite hanno ripreso vigore sul territorio per far fronte alla costante necessità di assistere economicamente gli affiliati, anche detenuti.

Gli indagati

E’ stata tracciata una compagine criminale capace di giungere a gravi atti intimidatori come danneggiamenti e lesioni personali al fine di far piegare le vittime e affermare la propria egemonia sul territorio nel traffico di stupefacenti.

L’indagine ha messo in luce come, nonostante la decapitazione del gruppo guidato dal capo Raffaele Ligato, altri soggetti – in particolare i figli del boss – abbiano preso in mano le redini della camorra dell’area calena, costituendo una stabile struttura organizzativa, con suddivisione dei ruoli, allo scopo di monopolizzare il mercato delle sostanze stupefacenti in Pignataro Maggiore, Calvi Risorta, Sparanise, Vitulazio e comuni limitrofi. La struttura, dal carattere piramidale, era costituita da vere e proprie “piazze di spaccio” di sostanze stupefacenti gestite attraverso l’emersione di soggetti sinora mai investigati.

In particolare a seguito della sua scarcerazione (avvenuta a dicembre del 2015), Raffaele Antonio Ligato, destinatario del provvedimento cautelare e figlio dell’ergastolano “Tonino” Ligato, detenuto al carcere duro, ha dovuto “legittimare” il proprio nuovo gruppo nel contesto ambientale ricorrendo alla violenza e compiendo atti intimidatori perché fosse chiaro il messaggio diretto a tutta la popolazione: il nuovo gruppo camorristico di Pignataro ed il ruolo di “comando” erano appannaggio della famiglia Ligato.

E’ questo il contesto all’interno del quale si sono consumati gli episodi oggetto dell’ordinanza cautelare eseguita stamattina.

L’11 dicembre 2016, a Capua, Antonio Raffaele Ligato e Davide Ianuario, in base a quanto accertato dagli investigatori, hanno fatto deflagrare un ordigno ed esploso alcuni colpi di fucile nei pressi dell’abitazione di un presunto concorrente nell’attività di spaccio.

Il periodo oggetto dell’attività investigativa inizia è legato alla scarcerazione di Antonio Raffaele Ligato, attuale reggente, unitamente alla sorella Felicia, del clan.

Destinatari della misura cautelare in carcere:

–     LIGATO Antonio Raffaele cl. ’84;

–     LIGATO Felicia cl. ‘81;

–     IANUARIO Davide cl. ‘86;

–     SCHETTINI Daniele cl. ‘95;

–     DE FUSCO Anna cl. ’68;

–     DE GENNARO Fabio cl. ’80;

–     DI BERNARDO Claudio cl. ‘77;

–     FUSCO Terence cl. ’95;

–     GRIECO Giuseppe cl. ’94;

–     IOSSA Valerio cl. ’91;

–     PAGANO Davide cl. ’92;

–     PALMIERI Raffaele cl. ’80;

–     RUSSO Francesco cl. ’83;

–     VALENTE Giuseppe cl. ’90;

–     MANDESI Luigi cl. ’90.

Destinatari della misura cautelare degli arresti domiciliari:

–       MAURO Gilberto cl. ’94;

–       MAIELLO Agostino cl. ’91;

–       D’AMATO Alessandro cl. ’92.

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