Colpo al clan Cesarano: 20 arresti nel Napoletano

La cosca di Castellammare di Stabia

Foto LaPresse - Marco Cantile

Continua senza sosta il lavoro delle forze dell’ordine in contrasto con le organizzazioni criminali. Questa mattina gli uomini della guardia di finanza di Torre Annunziata hanno effettuato un blitz anticamorra che ha prodotto risultati importanti. L’operazione è stata coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia partenopea ed ha portato all’esecuzione di alcune misure cautelari. 

L’operazione contro il clan Cesarano

Per la precisione 20, tutte nei confronti di altrettante persone ritenute dagli investigatori appartenenti al clan Cesarano di Castellammare di Stabia. Gli inquirenti contestano agli indagati i reati di associazione per delinquere di stampo camorristico, estorsione e traffico di sostanze stupefacenti. Ancora un duro colpo, dunque, al clan Cesarano, il gruppo criminale operativo nella provincia di Napoli e che costantemente viene messo sotto torchio dagli investigatori. In quest’ultimo caso le indagini sono state lunghe e intricate ma al termine delle stesse i 20 arresti che testimoniano l’importanza dell’operazione. Che segue quella dello scorso ottobre quando i militari dell’Arma arrestarono all’interno di un bar due persone, un 51enne e un 53enne, accusati di estorsione nei confronti di un imprenditore edile che stava ristrutturando un condominio. Proprio estorsione e spaccio di stupefacenti rappresentano i capisaldi dell’attività del clan in questione. 

L’organizzazione criminale: le origini 

Che è nato nella zona di Ponte Persica, frazione di Castellammare di Stabia, e che ebbe come sua figura più rappresentativa Ferdinando Cesarano detto ‘Nanduccio ‘e Ponte Persica‘. Il clan camorristico dei Cesarano ebbe in lui una figura carismatica che, a cavallo tra gli anni ’70 e gli anni ’80, seppe farsi largo guadagnandosi una certa notorietà e rispetto nell’ambiente come spietato omicida. Nel corso degli anni da Ponte Persica i Cesarano si sono allargati fino a Pompei e Torre Annunziata grazie al mercato del racket, delle estorsioni, dell’usura e dello spaccio di stupefacenti. L’arresto più importante quello di 5 anni fa quando a finire in manette fu Nicola Esposito, considerato dagli inquirenti tra i capi dell’organizzazione.

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