Commercio, Cnel: su aperture domenicali serve normativa ‘leggera’

Sulla regolamentazione delle aperture domenicali "serve estreme cautela".  "L'errore più grande che si potrebbe commettere nel 2018 sarebbe di affrontare il tema dell'apertura domenicale degli esercizi commerciali come se in questi ultimi sette anni non fosse accaduto nulla".

Foto Mauro Scrobogna /LaPresse
Roma, 25 set. (LaPresse) – Sulla regolamentazione delle aperture domenicali “serve estreme cautela”.  “L’errore più grande che si potrebbe commettere nel 2018 sarebbe di affrontare il tema dell’apertura domenicale degli esercizi commerciali come se in questi ultimi sette anni non fosse accaduto nulla”. E’ quanto sottolinea il Cnel in un’audizione alla Camera. E’ necessario, spiega il Consiglio, ” bilanciare le contrapposte esigenze identificando una regolamentazione nazionale di minima ed accordarsi sulle chiusure obbligatorie. Queste consentano al consumatore il più ampio accesso ai servizi. Perciò siano premessa di un riequilibrio nella distribuzione fra grandi e piccoli operatori e garantiscano una ‘sincronizzazione sociale’ del tempo libero in particolari giornate di rilevanza collettiva. Piuttosto che stabilire un contingente esatto di aperture/chiusure, appare preferibile provare a partire con i cosiddetti ‘super festivi’. Estendendoli ad alcune domeniche e ragionando sulle possibili deroghe per le zone turistiche”.

dunque

In ogni caso, “è opportuno che la normativa si mantenga a livello di principi, o di regolazione leggera, e che abbia carattere sperimentale, tale da permettere aggiustamenti nel tempo alla luce dell’esperienza”. Una reintroduzione della regolamentazione minima che non risulti penalizzante né anacronistica, ma garantisca un accettabile equilibrio sociale, potrebbe ruotare per il Cnel attorno ai seguenti elementi: ” Identificare una lista condivisa a livello nazionale delle festività con chiusura obbligatoria, e a livello locale di festività rilevanti per la cultura dei singoli territori; programmare la turnazione almeno su base quadrimestrale; prevedere le necessarie deroghe per città turistiche/d’arte e per i settori che erogano servizi di utilità al consumatore (es. ristorazione); nonché possibili regole differenziate per i piccoli esercizi; dare spazio alle Regioni per azioni di verifica sociale e di sostegno alle specificità territoriali”.

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