Comunali a Napoli, Santoro: “Fdi non rinuncia al simbolo”

Il consigliere contrario al diktat di Maresca: correremo col nome del nostro partito

La candidatura del sostituto procuratore di Napoli Catello Maresca a sindaco del capoluogo partenopeo potrebbe avverarsi solo se, diktat posto dal 49enne pm, i partiti di centrodestra che lo sosterranno rinunceranno a mettere sulle loro liste il loro simbolo.
Uno scenario che Fratelli d’Italia si dice pronto a rifiutare, a meno di ripensamenti da parte della leader nazionale Giorgia Meloni. Ne abbiamo parlato con Andrea Santoro, coordinatore napoletano di Fratelli d’Italia.

Maresca e il no ai simboli di partito: cosa pensa a riguardo?

Non mi risulta sia già stata presa questa decisione, ma non siamo d’accordo. C’è un’interlocuzione in corso con i partiti del centrodestra, che nei prossimi giorni faranno le loro valutazioni. Come Fratelli d’Italia il nostro intento è quello di tenere compatta la coalizione e di allargarla il più possibile, e per questo siamo disposti a condividere un programma e delle idee per il rilancio della città anche con delle liste civiche che vogliono governare Napoli. Detto ciò, un elemento per noi imprescindibile è quello di non nasconderci dietro delle finte liste civiche: siamo Fratelli d’Italia e correremo come tali.

Quindi non rinuncereste al vostro simbolo?

Non c’è mai stato imposto da nessuno, ma comunque non avrebbe senso fare una lista e poi chiamarla con un nome diverso, si tratterebbe di un prendere in giro l’elettorato, ma la cosa fallirebbe in ogni caso: le persone ci conoscono per la storia che abbiamo alle spalle, non crederebbero alla lista civica. Non è un metodo che ci appartiene, e oltretutto non serve. Ora serve coniugare l’esperienza dei partiti con il dinamismo, l’impegno e l’attivismo di liste civiche che devono essere davvero tali. A queste condizioni ci siamo, ma andremo come partito.

E se Maresca vi chiedesse di rinunciare al vostro simbolo?

Non può chiedercelo, in linea con le direttive di Giorgia Meloni. Un’eventuale decisione diversa sta in capo a lei: se la Meloni dovesse decidere di correre con un simbolo diverso da Fratelli d’Italia, noi ubbidiremo, ma francamente la vedo una cosa assai improbabile. Anche perché mettere il simbolo di FdI, magari col nome della Meloni all’interno, rappresenta un valore aggiunto che serve al candidato sindaco. Sono tantissimi i napoletani che vogliono votare Meloni, al di là del candidato sindaco. Rinunciare al simbolo significa perdere dei voti, mentre conservarlo ci garantisce una grande forza in più. Dai gazebo che stiamo facendo in giro per la città riscontriamo un’enorme adesione al nostro partito, oggi molto più di prima.

Parliamo del bilancio del Comune di Napoli: state lavorando per mandare il sindaco a casa?

Il sindaco a casa ci è già andato da solo: da tempo ha mollato le redini di Palazzo San Giacomo. Ormai passa più tempo in Calabria per la sua campagna elettorale che in città. De Magistris è già un capitolo chiuso della storia politica napoletana che non brillerà quando i posteri studieranno la storia cittadina. Rispetto al voto del bilancio, dal punto di vista politico non cambia nulla se viene sfiduciato a pochi mesi dalle elezioni. Certo, la soddisfazione di mandarlo a casa me la vorrei togliere. Il problema è che se anche avesse i numeri per far passare il bilancio, non fotograferebbe la situazione reale delle casse comunali, oggi in totale dissesto. Da anni andiamo avanti con bilanci distanti da quella che è la reale situazione del Comune di Napoli. Si è andati avanti solo grazie a provvedimenti di legge che ogni tanto uscivano per salvare i Comuni: manovre per nascondere la polvere sotto il tappeto, per tirare a campare. De Magistris ha solo posticipato il debito: ‘fuggito’ Manfredi, il Comune deve fare i conti con un dissesto, e non sarà colpa del prossimo sindaco.

Quindi voterete a favore o contro l’approvazione del bilancio?

Non abbiamo mai fatto da stampella al sindaco e mai lo faremo: voteremo contro. Se ci sarà la possibilità di determinare lo scioglimento dell’amministrazione, lo faremo sicuramente. Ma dubito che si arrivi a questo: in altri consiglieri prevarrà lo spirito di sopravvivenza.

Crede che sia utile far finire anzitempo il mandato del sindaco?

Dal punto di vista politico, direi mandiamolo a casa così che non potrà farsi la campagna elettorale da sindaco uscente, ma da cittadino comune: una soddisfazione per chi come noi è sempre stato all’opposizione. Tuttavia, se non si approva il bilancio, si va verso lo scioglimento del Comune che avverrà a luglio, vale a dire un mese prima delle elezioni. Nominare quindi un commissario che deve approvare il bilancio in trenta giorni e durante la campagna elettorale. L’interrogativo di chi ha a cuore le sorti di Napoli è il seguente: è meglio che questa fase la gestisca un commissario o che sia il prossimo sindaco a gestire tutto? Si tratta di un nodo fondamentale, ma è giusto che a questo punto sia tutto in capo alla prossima amministrazione. A questo punto spererei che il governo dia un’altra proroga a tutti i comuni per l’approvazione del bilancio. Siamo ancora in una fase straordinaria, per colpa del Covid. Uno slittamento del bilancio sarebbe un’operazione giusta, per dare la possibilità al prossimo sindaco di gestire il tutto senza trovare un lavoro ‘pre-confezionato’ che diventa difficile da correggere. Auspicherei quindi uno slittamento dell’approvazione del bilancio a dopo le elezioni.

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