Condivide sui social il video del massacro di Christchurch: rischia fino a 14 anni di carcere

Si tratta di Philip Arps, 44enne proprietario di un'azienda locale

LAPRESSE / AFP

CHRISTCHURCH – Un uomo di 44 anni è finito in carcere perché accusato di aver condiviso il video del massacro di Christchurch. Sarà sottoposto ad un processo in programma per metà aprile. Philip Arps, questo il nome della persona bloccata dalle forze dell’ordine neozelandesi, dovrà presto rispondere di due capi d’accusa in seguito ad un’attività ‘social’ illegale.

L’accusa di aver diffuso il video della tragedia di Christchurch

L’uomo aveva infatti diffuso il video dell’attentatore alla moschea di Al Noor ed oggi rischia fino a 14 anni di detenzione per ognuna delle accuse.

Arps, che al momento dell’arresto indossava una semplice t-shirt e un pantalone della tuta, non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione. Al cospetto del giudice Stephen O’Driscoll, il 44enne è rimasto per tutto il tempo dell’udienza impassibile.

Non ha proferito parola, quasi come fosse di ghiaccio, dal primo all’ultimo minuto fermo, con le mani dietro la schiena. Il giudice, al termine dell’udienza, gli ha negato la cauzione.

Chi è Philip Arps

Arps è accusato di aver condiviso il video proprio sabato scorso, vale a dire appena un giorno dopo la tragedia che è costata la vita a 49 persone. Secondo gli investigatori l’uomo è il proprietario di un’azienda di Christchurch i cui furgoni sono decorati con stemmi neonazisti. Una storia assurda, figlia del tempo. Un tempo in cui i social dominano la scena mondiale e sono entrati nella vita di tutti. Al punto da condividere il video di un massacro, quello delle sparatorie avvenute in due moschee, la ‘Masiid al Noor’ nel centro di Christchurch e quella di ‘Masjid’ che si trova invece nel sobborgo di Linwood. Una tragedia che aveva portato all’identificazione e all’arresto del suo responsabile, il 28enne australiano Brenton Tarrant.

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