Confapi: “Credito d’imposta Pmi 2018-20 al 50% per chi si quota”

Le piccole e medie imprese che si quotano in Borsa potranno beneficiare di un credito di imposta pari 50% dei costi di consulenza sostenuti tra il primo gennaio 2018 e il 31 dicembre 2020

MILANO (LaPresse) – Confapi: “Credito d’imposta Pmi 2018-20 al 50% per chi si quota”. Le piccole e medie imprese che si quotano in Borsa potranno beneficiare di un credito di imposta pari 50% dei costi di consulenza sostenuti tra il primo gennaio 2018 e il 31 dicembre 2020. In virtù della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto Mise-Mef che attua la legge di Bilancio 2018. Lo segnala Confapi Milano in una nota. L’associazione ricorda che, utilizzabile esclusivamente in compensazione, tale credito è valido per tutte le tipologie di quotazione. Con o senza aumento di capitale, sui mercati europei regolamentati e non. L’ammontare complessivo del credito è di 80 milioni di euro. Ed è stato stimato che potranno usufruire di questa agevolazione un minimo di 160 imprese nell’arco del triennio. Per ciascuna è previsto un tetto massimo di 500.000 euro.

Le dichiarazioni del presidente di Confapi

“I recenti incentivi vanno nella direzione giusta. Le nostre Pmi sono, purtroppo, afflitte da una cronica sottocapitalizzazione. E dalla eccessiva dipendenza dal credito bancario”, commenta Nicola Spadafora, presidente di Confapi Milano. “Gli interventi in questione – prosegue – si propongono l’affiancamento del ricorso alla finanza alternativa. Anche sotto forma di utilizzo della quotazione. All’usuale canale bancario, così da garantire la coesione tra strumenti tradizionali e mezzi innovativi di accesso al credito al fine di favorire la maggiore crescita della piccola e media impresa”.

“Ora però occorre un cambio di rotta”

“Occorre però un cambio di rotta anche da parte dell’imprenditoria. Per crescere, beneficiando delle nuove misure, si rende necessario uno sforzo anche in termini di cambiamento di mentalità. Favorendo una maggiore trasparenza. Anche attraverso l’adozione di sistemi di controllo di gestione idonei ad attrarre l’interesse di potenziali investitori”, continua Spadafora. “L’apertura all’informativa societaria e l’utilizzo di forme di gestione all’avanguardia non potranno, infatti, che attrarre nuovo capitale. Assolutamente necessario a poter realizzare quegli interventi utili a far competere le nostre Pmi sui mercati globali”, conclude il presidente.

Ecco le voci che possono essere ammesse al credito d’imposta

Confapi ricorda inoltre che sono ammissibili al credito d’imposta un ampio elenco di voci: attività sostenute per iniziare il processo di Ipo, tra cui l’implementazione e l’adeguamento del sistema di controllo di gestione. Ma anche l’assistenza dell’impresa nella redazione del piano industriale. Oltre che il supporto all’impresa in tutte le fasi del percorso funzionale alla quotazione nel mercato di riferimento. Quindi anche attività svolte in fase di ammissione alla quotazione per attestare l’idoneità dell’azienda all’ammissione e permanenza sul mercato. Azioni necessarie per collocare presso gli investitori le azioni oggetto di quotazione. Attività finalizzate a supportare la società emittente nella revisione delle informazioni finanziarie storiche o prospettiche e nella conseguente preparazione di un report.

Ecco tutte le altre voci

Incluse quelle relative allo svolgimento della due diligence finanziaria. Assistenza della società emittente nella redazione del documento di ammissione e del prospetto o dei documenti utilizzati per il collocamento presso investitori qualificati o per la produzione di ricerche. Attività riguardanti le questioni legali. Ma anche fiscali e contrattuali. Comunicazione necessaria a offrire la massima visibilità dell’azienda. E a divulgare l’investment case tramite interviste, comunicati stampa, eventi e presentazioni alla comunità finanziaria.

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