Consob, Buffagni (M5S): “Mossa condivisa ma nessun problema se la Lega vuole la rottura”

Il sottosegretario pentastellato nega di essere l'artefice dell'accordo su Paolo Savona

Stefano Buffagni (Foto LaPresse - Mourad Balti Touati)

MILANO – “Io artefice dell’accordo su Paolo Savona come presidente Consob? Guardi, non mi faccia ridere. La scelta di Savona è stata fatta dai due presidenti, Mattarella e Conte, ed è stata approvata dal Consiglio dei ministri. Ovviamente noi siamo soddisfatti, anche se ribadiamo che Minenna è un grande professionista che può dare una mano al Paese”. Così Stefano Buffagni, sottosegretario pentastellato agli Affari regionali e alle autonomie, in un’intervista al ‘Corriere della Sera’. C’è stato un patto con la Lega? “Le ripeto: abbiamo solo condiviso il nome di una personalità di indubbio valore. Tra l’altro la nomina poi passerà in commissione”, aggiunge.

Il sottosegretario pentastellato nega di essere l’artefice dell’accordo su Paolo Savona

E, sulle presunte incompatibilità di Savona, sottolinea: “Sono state fatte tutte le verifiche del caso da parte degli uffici competenti della presidenza del Consiglio. Ci fidiamo”. Poi, alla domanda se ci sarà una crisi di governo sulla Tav, Buffagni replica: “Se la Lega crede sia opportuno far cadere il governo per la Tav per noi non è un problema. A noi interessa fare le opere che migliorano la vita quotidiana dei cittadini, come la Asti-Cuneo, la Roma-Pescara, i collegamenti ferroviari per Matera e le autostrade digitali per le quali abbiamo appena semplificato gli iter autorizzativi”.

Il no alle infrastrutture dei Cinquestelle? Il sottosegretario del Movimento è netto: “Ancora questa storia? Noi siamo per le infrastrutture utili. E lo dimostra il fatto che abbiamo sbloccato il Terzo valico. Ci stiamo confrontando con progetti del passato. Stanno facendo passare la Tav come una chiave per lo sviluppo ma è il contrario esatto: come può un progetto che ha 28 anni essere un salto verso il futuro?”. Buffagni, ancora, respinge al mittente l’ipotesi di un rischio paralisi per il Paese: “Le colpe della paralisi sono altre. Ad esempio la sta creando il settore edilizio. C’è una giungla di norme che vogliamo semplificare. Ma non è solo questo il problema”.


(LaPresse)

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