Conte media, passi avanti sulla prescrizione. Italia viva sulle barricate per Autostrade

La riunione tra gli alleati va avanti per oltre tre ore

Foto Filippo Attili / Palazzo Chigi / LaPresse in foto Giuseppe Conte

ROMA – “Passi avanti” della maggioranza sulla riforma del processo penale e la prescrizione. Il vertice convocato da Giuseppe Conte a palazzo Chigi inizia in salita, con le posizioni tra gli alleati che restano distanti. E’ poi il premier a mediare, proponendo, in primo grado, una distinzione tra le sentenze di condanna e quelle di assoluzione. Per le prime resterebbe in vigore la riforma Bonafede, per le seconde l’ipotesi è quella di prevedere una “sospensione lunga” dei tempi della prescrizione.

Un lavoro di compromesso

La riunione tra gli alleati va avanti per oltre tre ore. Alla fine è il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede a tirare le somme e riconoscere il lavoro di compromesso svolto da Conte: “Nell’incontro di oggi sono stati fatti importanti passi avanti per poter portare la riforma del processo penale in Cdm. C’è stato un input importante del presidente del Consiglio”.

Il nodo prescrizione

“Sempre tenuto conto che la riforma della prescrizione rimane e che non ci saranno più isole di impunità – sottolinea ancora Bonafede – è stata proposta dal premier la possibilità di fare qualche distinzione tra chi è stato condannato e chi è stato assolto. Valutando” in questo caso “una sospensione lunga” dei termini. “E’ una proposta del premier che io ho accolto, ora tutte le forze di maggioranza faranno le proprie valutazioni”, aggiunge il ministro. L’idea è quella di inserire le modifiche nel disegno di legge delega di riforma del processo penale e portarlo in Consiglio dei ministri “in tempi brevi, per me già la settimana prossima”, assicura il Guardasigilli.

Soddisfatti i dem

I Dem si dicono soddisfatti. “Sulla prescrizione abbiamo registrato un significativo abbandono delle rigidità. Si è parlato di inserire alcune differenziazioni dopo la sentenza di primo grado. Il fatto che se ne possa discutere è un passo in avanti. Noi faremo le nostre valutazioni, ma oggi si è aperta una fase nuova”, esulta il responsabile Giustizia Walter Verini. Certo, questo nuovo corso, spiega “è da verificare”, ed ecco perché la proposta dem in materia “resterà in campo”, ma si allontana l’ipotesi che il Pd voti insieme a FI un testo in Parlamento.

I renziani

Contenti a metà i renziani: “E’ stato tolto il totem della prescrizione, ma quanto ha proposto il premier non è sufficiente – assicura il capogruppo Iv al Senato Davide Faraone -. Valuteremo in un prossimo incontro perchè questo non è stato risolutivo, bisogna vedere nel merito la proposta fatta da Conte”.

Il dossier Autostrade

Non è solo sul fronte giustizia, però, che il barometro giallorosso segna tempesta. Conte fa un punto prima del Consiglio dei ministri con i capodelegazione Di Maio, Franceschini, Speranza e Bonetti. È una prima ricognizione sull’agenda e sui principali dossier. Italia viva annuncia battaglia sulla revoca alle concessioni ad Autostrade. La ministra dei Trasporti Paola De Micheli smentisce la possibilità che si arrivi a una maxi multa nei confronti dei Benetton. “Non abbiamo mai valutato né privatamente né pubblicamente l’ipotesi – chiarisce -. Nei prossimi giorni il governo assumerà i provvedimenti conseguenti nella sua piena collegialità”.

I renziani alzano le barricate

Ma se il M5S plaude, i renziani alzano le barricate, mettendo in chiaro il loro no. “Se il tema è punire Aspi per il crollo del ponte, aspettiamo che qualcuno stabilisca che Aspi è responsabile del crollo del ponte. Se invece il problema è migliorare lo schema delle concessioni autostradali, c’è la proposta dell’Autorita di Regolazione dei Trasporti che è un ottimo punto di partenza. Ma di cui non parla nessuno”, è la linea. Per i Dem è il solito ‘polverone’ a caccia di consensi. “La relazione tecnica non è ancora stata portata in Cdm, a cosa si oppongono? Non hanno ancora letto le carte”, è il ragionamento. E ancora: i processi si fanno nei tribunali ed è giusto andare fino in fondo al crollo del ponte Morandi, quanto alle concessioni va rafforzato il controllo pubblico e riequilibrato il rapporto pubblico/privato se parliamo di beni comuni come le infrastrutture date in concessione.

In questo clima arriverà con ogni probabilità domani pomeriggio il giuramento dei nuovi ministri dell’Istruzione, Lucia Azzollina, e dell’Università e Ricerca, Gaetano Manfredi.

(LaPresse/di Nadia Pietrafitta)

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