Conte: “Nuovo scostamento del bilancio non inferiore a 50 miliardi”

"Il governo invierà a brevissimo in parlamento una nuova relazione sullo scostamento di bilancio per una cifra non inferiore a cinquanta miliardi di euro che si aggiungeranno ai 25 già stanziati"

Foto Filippo Attili/Palazzo Chigi/LaPresse

ROMA – “Si prospetta davanti a noi una fase molto complessa, dobbiamo procedere all’allentamento delle restrizioni. Dobbiamo fare il possibile per preservare l’integrità e l’efficienza del nostro sistema produttivo. I motori devono essere riavviati, non ci sfuggono le difficoltà per i cittadini di continuare ad osservare le limitazioni”. Così il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, durante l’informativa al Senato sulle iniziative del governo per fronteggiare l’emergenza coronavirus. “Un’imprudenza o un’avventatezza in questa fase, dettata dalla legittima voglia di ripartire, può compromettere tutti i sacrifici che con responsabilità e disciplina i cittadini hanno fatto finora”.

Un nuovo intervento economico

“Fenomeno rischia di lacerare un tessuto sociale già danneggiato. Abbiamo mosso i primi passi ha detto Conte ricordando l’anticipo di liquidità ai comuni,” il governo però è consapevole che questi interventi non sono sufficienti. Per tale ragione il governo invierà a brevissimo in parlamento una nuova relazione sullo scostamento di bilancio per una cifra non inferiore a cinquanta miliardi di euro che si aggiungeranno ai 25 già stanziati per un intervento complessivo non inferiore a 75 miliardi”.

La linea con l’opposizione Sul Mes

 “Ringrazio sentitamente i gruppi parlamentari per la consapevolezza del quadro critico in cui siamo costretti a operare. “Nella costruzione del corpus del prossimo provvedimento saranno ascoltate le istanze dei parlamentari. Ringrazio in particolare la maggioranza, ma anche ogni singolo parlamentare per l’impegno, l’apporto costruttivo, anche quando critica, per il sostegno che non state facendo mai mancare. Desidero confermare la disponibilità mia e dell’intero governo al dialogo con le forze di opposizione”, aggiunge. Il contributo consapevole della gravità dell’ora troverà sempre apertura e considerazione. Le critiche sul Mes contribuiscono a un dibattito democratico, ma l’ultima parola spetterà al Parlamento”.

La situazione con l’UE

“Non posso accettare un compromesso al ribasso, non siamo difronte a un negoziato a somma zero. Come Europa, o vinceremo tutti o perderemo tutti. Sono convinto che il prossimo incontro europeo (il Consiglio Ue del 23 aprile, ndr) non sarà risolutivo, ma farò di tutto perché esprima un indirizzo politico chiaro, nell’unica direzione ragionevole”, aggiunge. Alcuni Paesi, come la Spagna, si è detto interessato al Mes, ma senza condizionalità e per le spese sanitarie dirette e indirette – spiega -. Rifiutare la nuova linea di credito sarebbe un torto a quei Paesi che ne vorrebbero usufruire, ma resto convinto che la linea dell’Italia sia un’altra. Il Mes è uno strumento che ha espresso linee di finanziamento con forti condizionalità. Cose che ritengo inaccettabili, data la natura di questa crisi. Affinché tutti i Paesi possano superare l’emergenza sanitaria e ricostruire la rispettive società e la propria economia, è necessario che le Nazioni sappiano mettere in campo una risposta coordinata e solidale. L’ ho ribadito nelle opportune sedi istituzionali, a livello di G7, G20, l’Unione europea e l’Eurozona non possono permettersi di ripetere gli errori commessi durante la crisi finanziaria del 2008. Allora non si riuscì ad affrontare in modo coordinato, unito e solidale uno shock comune e si decise addirittura un consolidamento fiscale affrettato e ingiustificato che, amplificando le divergenze fra i Paesi, produsse un secondo shock di natura asimmetrica nel 2010-11, portando alla crisi dei debiti sovrani e condannando l’Europa a una recessione più prolungata e a una ripresa più lenta e più debole rispetto alle altre maggiori aree economiche del mondo – aggiunge -. È un rischio che adesso non possiamo correre, poiché il fallimento nel produrre una risposta adeguata e coraggiosa porterebbe, inevitabilmente, grave danno allo stesso progetto europeo”.

LaPresse

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