Coronavirus, Di Maio alla stampa estera: “No all’infodemia, percentuali da zero virgola”

Le dichiarazioni del ministro degli Esteri

Foto Domenico Stinellis / AP in foto Luigi Di Maio

ROMA – Una mappa dettagliata del contagio nello Stivale e parole accorate. Luigi Di Maio veste i panni dell’avvocato difensore dell’Italia davanti ai corrispondenti della stampa estera riuniti, invitando tutti a una narrazione trasparente rispetto all’emergenza coronavirus. “Noi abbiamo deciso fin dal primo momento di improntare il nostro atteggiamento sulla totale trasparenza. Ci sono tante notizie errate che danneggiano il nostro Paese”, scandisce a chiare lettere invitando tutti ad attenersi ai bollettini ufficiali.

Niente allarmismi

Secondo il titolare della Farnesina si è passati “da un rischio epidemia a una infodemia da disinformazione acclarata che sta colpendo i nostri flussi turistici, le nostre imprese e il tessuto economico”, un vulnus che deve essere combattuto. Per farlo Di Maio si affida ai numeri sottolineando come, “senza minimizzare”, i cittadini coinvolti sono “fra i 40 e i 50mila su 60 milioni” e “poco più di 10 comuni su 7.904”. Percentuali “da zero virgola” che non coincidono con l’allarmismo scatenatosi nel mondo nei confronti dell’Italia. “I nostri figli vanno a scuola, nella maggioranza delle scuole italiane. E i cittadini stranieri possono venire qui, i turisti e gli investitori”.

La stoccata a Salvini

Riflessioni alle quali si aggiungono le dichiarazioni dure contro chi vorrebbe sospendere il trattato di Schengen, a partire da Marine Le Pen. “Danneggia l’Italia mentre dice di essere vicina a un partito italiano. Ormai siamo vittime del sovranismo di queste persone”, dice lanciando una stoccata a Matteo Salvini. Parole al miele invece, quelle riservate ad Emmanuel Macron, in visita a Napoli. Un gesto “di prossimità con l’Italia e allo stesso tempo un segnale per la comunità internazionale”.

Le lodi del servizio sanitario nazionale

Ad aiutare Luigi Di Maio nella sua opera di rassicurazione verso il mondo c’è il ministro della Salute, Roberto Speranza, che tesse le lodi del servizio sanitario nazionale “del quale siamo orgogliosi” e la sua “straordinaria qualità”. Difesa a spada tratta pure della linea adottata dal governo dopo la scoperta del ‘paziente 1’ a Codogno con l’isolamento dei contatti come unica “strada efficace” per il contenimento dell’epidemia all’interno dei due focolai che, rivela, “potrebbero essere connessi”.

La situazione

Ma il vero fuoco di fila delle domande è tutto per il direttore scientifico dell’ospedale Spallanzani, Giuseppe Ippolito. Si passa dalle scuole, ai tamponi, al Vaticano passando per la corsa alle mascherine. Su molti temi, ovviamente, le risposte non possono essere dettagliate, ma su uno la battuta dello studioso convince tutti: “Uno stop dei casi in primavera? Se lo dice il presidente Trump…”, un momento di ilarità per stemperare la tensione e confermare che, a prescindere dal coronavirus, l’ironia ‘italian style’ sarà sempre più forte di ogni limitazione nei confronti delle persone.

(LaPresse/di Andrea Capello)

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