Coronavirus, Fontana: “Bene l’ok dell’Aifa per l’Avigan”. Gallera: “Per la prima volta calano i ricoveri”

"Il nuovo farmaco Avigan, non si sa se funzioni o non funzioni, ma adesso potrà essere testato, grazie alle sollecitazioni che abbiamo inviato a Roma perché venisse immediatamente sperimentato".

Foto Claudio Furlan - LaPresse

MILANO – “Il nuovo farmaco Avigan, non si sa se funzioni o non funzioni, ma adesso potrà essere testato, grazie alle sollecitazioni che abbiamo inviato a Roma perché venisse immediatamente sperimentato. E la sperimentazione, grazie all’ok dell’Aifa, inizierà immediatamente in Lombardia, già da domani, e speriamo che contribuisca a eliminare questo maledetto virus”. Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana. L’assessore al Bilancio, Davide Caparini, ha aggiunto: “È un farmaco da banco in Giappone già dal 2014 per combattere l’influenza, e ha dato risultati positivi, ma bisogna ancora capire quanto questo farmaco possa essere efficace. Ringraziamo il ministro Speranza che ha accolto il nostro accorato appello. La sperimentazione partirà subito in Lombardia”.

Prime notizie positive dai contaggi in Lombardia

“Per la prima volta oggi abbiamo una diminuzione dei ricoveri: abbiamo 9.266 pazienti ricoverati in Lombardia, ieri erano 9.439. Anche i numeri di accessi ai pronto soccorso si stanno leggermente riducendo, anche se non ovunque” . “Ieri eravamo moderatamente ottimisti. Avevamo detto che il trend in calo e oggi si conferma. Oggi forse è la prima giornata positiva di questo mese duro, durissimo. Non è ancora il momento di cantar vittoria e rilassarci, una luce in fondo al tunnel la vediamo”. Lo ha detto l’assessore lombardo al Welfare, Giulio Gallera, durante il consueto punto stampa pomeridiano da Palazzo Lombardia, a Milano, sull’emergenza coronavirus. Gallera ha poi specificato: “Noi i tamponi vogliamo farli. Li facciamo a tutti coloro che ne hanno bisogno. Ai medici di medicina generale e ai pediatri li facciamo, così come prendiamo da oggi la temperatura al nostro personale sanitario. Se è a 37.5, li mandiamo a fare i tamponi, perché noi ci teniamo”

LaPresse

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