Brusaferro: “Il virus rallenta”. Ma non bisogna abbassare la guardia: “Se avessimo mollato al Sud avremmo avuto tante Codogno”

Cominciano ad arrivare dati più incoraggianti. Ma “non c'è nessuna zona del Paese dove non circoli” il Covid-19

Foto Mauro Scrobogna /LaPresse

ROMA – “Si confermano i dati di rallentamento”. A diffondere la buona notizia è il presidente d’’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, nella conferenza stampa tenuta oggi. Ma non bisogna abbassare la guardia: “Non c’è nessuna zona del Paese dove non circoli” il Covid-19, per cui è necessario tenere “molto elevata la soglia delle raccomandazioni e delle restrizioni adottate”. Stesso approccio consiglio dall’epidemiologo Giovanni Rezza: “Senza misure in 6 mesi avremmo avuto immunità di gregge con un grande numero di morti e feriti”. E “se avessimo mollato al Sud avremmo avuto tante Codogno”.

Moderato ottimismo

Rezza esprime un “moderato ottimismo per le regioni” del meridione e ha aggiunto: “Se ci sarà una fase 2, questa dovrà essere graduale per minimizzare il rischio di una ripresa del numero dei casi”. E il presidente del Consiglio Superiore di Sanità (Css) Franco Locatelli ha aggiunto: “Con i test sierologici per la ricerca degli anticorpi nel sangue sarà possibile avere un quadro completo dell’epidemia in Italia. Un quadro – ha concluso – che sarà probabilmente diverso regione per regione. Sono otto gli studi sui farmaci anti-Covid-19 al momento approvati dall’Agenzia italiana per il farmaco. I test sierologici vanno validati in modo metodologicamente rigoroso. Sarà molto importante un’azione in sinergia in vista della riapertura, che sappia conciliare le esigenze del Paese con quelle della salute”.

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