Coronavirus, oltre 270mila morti nel mondo. Trump frena sulla Cina

MILANO – Hanno superato quota 270mila i decessi legati al coronavirus nel mondo, secondo i dati ufficiali riportati dai singoli Paesi e aggiornati costantemente dalla Johns Hopkins University. Sono a oggi 271.732 le vittime di un virus aggressivo che ha contagiato ormai quasi 4 milioni di persone a livello globale. Gli Stati Uniti sono sempre il Paese più colpito, ma dopo giorni di attacchi a Pechino il presidente Donald Trump ha fatto un piccolo passo indietro: “Non credo che la Cina abbia diffuso il coronavirus di proposito”, ha detto nel corso di un’intervista a Fox News.

New York resta l’epicentro del contagio

Tra le vittime anche un bambino di 5 anni, e il sindaco, Bill De Blasio, ha stabilito che sarà la polizia a controllare gli ingressi nei parchi cittadini, dopo che negli ultimi giorni sono stati filmati, e presi di mira sui social, assembramenti di giovani e anche bambini che non rispettavano alcuna norma di sicurezza in una città il cui sistema sanitario è al collasso da settimane. Molti hanno poi posto l’accento sul fatto che le immagini mostrano quasi sempre bianchi, ventilando la possibilità che le autorità facciano rispettare il distanziamento non a tutti allo stesso modo.

In un clima sempre teso, un monito arriva dal segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres: “Il Covid-19 non si preoccupa di chi siamo, dove viviamo o in cosa crediamo. Eppure la pandemia continua a scatenare uno tsunami di odio e xenofobia: lancio un appello per uno sforzo totale per porre fine ai discorsi di odio a livello globale”.

L’Organizzazione mondiale della Sanità ora punta i riflettori anche sull’Africa, un continente in cui il coronavirus potrebbe “dilagare” per anni e dove si potrebbe registrare un alto numero di vittime. Più di 52mila infezioni confermate e 2.074 decessi sono stati segnalati dai Paesi africani, secondo i dati pubblicati oggi dai Centri africani per il controllo e la prevenzione delle malattie. Il numero totale di casi è aumentato di oltre il 42% nell’ultima settimana.

Il Brasile resta un ‘osservato speciale’

Sono 654 i nuovi decessi, che portano il totale nel Paese sudamericano a 9.190. È il nuovo record di vittime e casi in 24 ore, mentre la quinta città più grande del Brasile, Fortaleza, è da oggi la terza metropoli della nazione a entrare in blocco per Covid-19.

In Europa, il Regno Unito fa i conti più duri con l’epidemia, e oggi ha perso anche Ty, l’acclamata star hip-hop britannica che è stata nominata per il premio Mercury per il suo album Upwards. L’artista è morto a soli 47 anni dopo aver contratto il coronavirus. Sembrava stare meglio, era uscito dalla terapia intensiva, poi invece la polmonite lo ha stroncato.

In Spagna, come in moltissimi altri Paesi, si discute di riaperture e la regione di Madrid vorrebbe allentare le restrizioni. Ma il governo si oppone fermamente. L’esecutivo sta deliberando su quali regioni potranno riaprire la prossima settimana. Il governatore regionale di Madrid Isabel Diaz Ayuso ha detto che la capitale è stata preparata: “Per non avere più infezioni dovrebbe esserci movimento zero e questo porterebbe a una rovina economica”. Ma il vice primo ministro, Pablo Iglesias, ha replicato che è probabile che Madrid debba aspettare, accusando Diaz Ayuso di “voler fare propaganda su qualcosa di così importante come salvare vite umane”.(LaPresse)

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