Oms: “La pandemia accelera. In Spagna 4mila medici infettati”

in foto il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Adhanom Ghebreyesus

TORINO “La pandemia sta accelerando”, ma “possiamo cambiarne la traiettoria”. Il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, descrive la situazione globale della diffusione della malattia Covid-19 mentre i contagi continuano a crescere, arrivati a oltre 362mila nel mondo con 15.500 morti. Drammatica la situazione in Europa, dove le curve dei contagi non cessano di salire in nessun Paese e l’allarme è alto per gli operatori sanitari, visto che mancano i dispositivi di protezione e ogni giorno vengono scoperte nuove infezioni tra medici e infermieri.

Il direttore dell’Oms ha enfatizzato che dev’essere “prioritario” proteggere chi è in prima linea nei soccorsi, con equipaggiamenti e dispositivi adatti, anche perché se loro si ammalano “molte persone che avrebbero potuto curare moriranno”. “Risolvere questo problema richiede coordinamento a livello politico. Parlerò ai capi di Stato dei Paesi del G20. Chiederò loro di lavorare assieme per aumentare la produzione, evitare divieti d’esportazioni e garantire equità di distribuzione sulla base delle necessità”, ha aggiunto.

La carenza di mascherine, respiratori e altri dispositivi medici è un problema chiave in Europa. È una settimana decisiva nel vecchio continente, per la speranza che le curve dei contagi comincino finalmente ad appiattirsi. Intanto il pericolo che medici, infermieri e altri operatori sanitari corrono è diventato evidente: una ventina di medici contagiati è già morta in Italia, mentre la Spagna ha più di 3.900 operatori infettati, cioè il 12% del totale dei casi nel Paese.

In Spagna i morti in un giorno sono stati più di 460, portando il totale a 2.200, con un bilancio di contagi confermati salito a oltre 33mila: il quarto più alto al mondo dopo Cina, Italia e Usa. La vice premier Carmen Calvo è stata ricoverata per una infezione polmonare e attende l’esito del test sul contagio. È morta intanto per polmonite nel Paese l’attrice Lucia Bosè, ma non è confermato che fosse malata di Covid-19.

La Germania ha registrato, guardando il dato con cautela, un lieve appiattimento della sua curva delle infezioni, che sono oltre 28mila, con 118 morti: “Potrò confermare questo trend solo mercoledì, ma sono ottimista”, ha detto il presidente del Robert Koch Institut, Lothan Wieler. Anche la cancelliera Angela Merkel è in quarantena e il primo test cui si è sottoposta è risultato negativo, dopo che è stata in contatto con un medico positivo.

La Francia conta invece quasi 20mila casi, 3.167 in più in un giorno, di cui oltre 2mila sono in condizioni gravi in ospedale; 186 i nuovi decessi, che portano il totale a 860. Tra le vittime ci sono anche cinque operatori sanitari, tra cui vari medici. Nel Regno Unito, sabato il parco nazionale di Snowdonia ha registrato il più alto numero di visite di sempre. Un segnale che le misure imposte vengono da molti disattese, tanto che secondo le previsioni il governo dovrebbe annunciare nuove e più rigide restrizioni.

Nel Paese i contagiati sono quasi 6mila, i morti 335. Gli operatori sanitari britannici hanno protestato formalmente per la mancanza di protezioni, dicendo di sentirsi “carne da cannone”, mentre più di 7.500 medici e infermieri in pensione hanno risposto all’appello del governo perché tornino al lavoro. (LaPresse/AP)

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