Coronavirus, picco in Usa: superati i 400mila casi. E’ allarme in Africa

Foto Jean-Christophe Bott / Keystone / AP in foto Tedros Adhanom Ghebreyesus

MILANO – Gli Stati Uniti restano il Paese più colpito dal contagio di Covid-19 con oltre 400mila casi confermati dall’inizio della pandemia e quasi 14mila vittime. Lo Stato di New York ha registrato 779 nuovi decessi in un solo giorno, il dato più alto dall’inizio della crisi. E mentre Trump punta il dito contro l’Oms, un sondaggio della Cnn mostra come il 55% dei cittadini statunitensi sia scontento dell’operato del tycoon.

Una frecciata alla gestione dell’emergenza da parte dell’amministrazione federale è arrivata anche dall’ex presidente Barack Obama che su Twitter ha rimarcato come gli Stati Uniti necessitino di un solido sistema di test e monitoraggio, qualcosa che, “dobbiamo ancora mettere in atto a livello nazionale”. Intanto i democratici Usa hanno chiesto di raddoppiare il piano di aiuti da 250 miliardi di dollari annunciato da Trump.

La speaker della Camera Nancy Pelosi e il leader della minoranza al Senato Chuck Schumer hanno sollecitato lo stanziamento di 100 miliardi per gli ospedali e i centri sanitari delle città, altri 150 per i governi statali e locali per gestire la crisi, e un aumento del 15% del programma di assistenza alimentare. Sono passati cento giorni da quando l’Organizzazione mondiale della sanità ha ricevuto la notizia dei primi casi di Covid-19, allora identificato come una “polmonite con causa sconosciuta. “E’ incredibile pensare a come è cambiato radicalmente il mondo in così poco tempo”, ha detto il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus in conferenza stampa a Ginevra. Da quel momento “abbiamo sempre agito con equità, obiettività e neutralità”, ha rimarcato, dopo l’attacco ricevuto dal presidente degli Usa Donald Trump che ha minacciato una sospensione dei fondi da parte degli Stati Uniti.

Trump ha accusato l’agenzia dell’Onu di essere filo-cinese e di non aver agito per tempo nella lotta alla pandemia. “Non bisogna politicizzare il virus”, è stata la risposta di Adhanom Ghebreyesus che ha invitato i governi all’unità nazionale perché senza coesione “tutti i Paesi saranno nei guai”. Sul tema è intervenuto anche il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres. L’Oms “è assolutamente fondamentale per vincere la guerra contro il Covid-19 – ha detto il numero uno dell’Onu – Una volta terminata la pandemia ci sarà un’indagine su come è emersa e come si è diffusa così rapidamente” ma “ora non è il momento”.

I fari dell’Organizzazione mondiale della sanità sono puntati anche sull’Africa

Il numero dei casi di Covid-19 nel continente ha infatti superato la quota dei 10mila, causando più di 500 morti. Mentre il virus è stato lento a raggiungere l’Africa, rispetto ad altre parti del mondo, le infezioni sono cresciute in modo esponenziale nelle settimane recenti e continuano ad aumentare. “Il Covid-19 ha il potenziale non solo di causare migliaia di morti, ma anche di portare devastazione economica e sociale”, ha detto Matshidiso Moeti, direttrice dell’Oms per l’Africa.

La preoccupazione è alta per l’impatto della pandemia su Paesi con sistemi sanitari fragili, o che sperimentano emergenze complesse. “La comunità internazionale dovrebbe estendere il sostegno tecnico e finanziario a questi Paesi, per rafforzare le capacità di risposta e minimizzare la diffusione dell’epidemia – ha affermato l’Oms – alcuni Paesi potrebbero non avere capacità sufficiente di terapia intensiva come letti, ventilatori e personale formato”. (LaPresse)

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