Covid, 296 decessi e tasso di positività al 10,4%. Risalgono i ricoveri

Notizie migliori arrivano invece sul fronte delle vaccinazioni: in Italia sono state finora effettuate 11.081.612 somministrazioni. Il dato è fornito dal 'Report Vaccini Anti Covid-19' del governo aggiornato alle 6 di questa mattina

Foto Cecilia Fabiano/ LaPresse Nella foto: reparto di terapia intensiva

MILANO – Ancora una giornata difficile dal punto di vista dei dati della pandemia di coronavirus in Italia. Si registrano altre 296 vittime, che portano il triste bilancio a 111.326 morti, e 10.680 nuovi contagi. Molti meno rispetto alla media dei giorni scorsi, ma a fronte di un numero molto ridotto di test effettuati, poco più di 100mila, con un tasso di positività che dunque è in forte crescita, al 10,4% rispetto al 7,2% di ieri.

Aumentano i ricoveri

Salgono tutti gli indicatori, compreso quello dei ricoveri, in aumento sia in terapia intensiva (+34, con 192 nuovi ingressi giornalieri, per un totale di 3.737 posti occupati), sia nei reparti ordinari. Qui sono 353 in più i letti occupati da pazienti Covid, per un totale di 28.785. Anche gli attualmente positivi continuano a salire, 1.061 in più in 24 ore: ora sono 570.096. Basso rispetto al solito anche il numero dei nuovi guariti, 9.323.

Vaccinazioni

Notizie migliori arrivano invece sul fronte delle vaccinazioni: in Italia sono state finora effettuate 11.081.612 somministrazioni. Il dato è fornito dal ‘Report Vaccini Anti Covid-19’ del governo aggiornato alle 6 di questa mattina. Le persone a cui sono state somministrate la prima e la seconda dose sono 3.443.161. Finora sono state immunizzate 6.576.611 donne e 4.505.001 uomini. Per quanto riguarda le somministrazioni per categoria, sono stati vaccinati 3.784.742 over 80, 3.064.201 operatori sanitari e sociosanitari, 1.056.667 unità del personale scolastico, 569.224 ospiti di strutture residenziali, 502.068 unità del personale non sanitario, 234.618 unità delle forze armate.

I dati

“La situazione migliorerà, abbiamo un dato stabile con un miglioramento percentuale settimana per settimana, abbiamo raggiunto un plateau”, commenta il virologo Fabrizio Pregliasco, che aggiunge: “I dati che si stanno evidenziando, non solo dalla vita reale, ma anche da studi scientifici, dimostrano che i vaccini al 90% offrono la possibilità di evitare il contagio altrui”. E una speranza in più arriva dal siero Johnson & Johnson: “Sarà il vaccino perfetto per le persone più giovani nella fascia tra i 30-65 anni. Sarà il vaccino per le grandissime immunità ed è un vaccino come AstraZeneca, batteriovirale. Quando è uscito il Pfizer i detrattori dicevano che avrebbero aspettato un vaccino normale come l’AstraZeneca, adesso tutti vogliono il Pfizer. Noi italiani siamo strani”, sottolinea il direttore di Malattie Infettive dell’Ospedale San Martino di Genova, Matteo Bassetti.

(LaPresse/di Claudio Maddaloni)

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