Covid, allarme Oms in Europa: rischio mezzo milione di morti entro febbraio. La Gb dà l’ok alla pillola

Il ritmo dei contagi in Europa è molto preoccupante. A lanciare l'allarme, nello stesso giorno, sia l'Ema che l'Oms Europa.

BRUXELLES – Il ritmo dei contagi in Europa è molto preoccupante. A lanciare l’allarme, nello stesso giorno, sia l’Ema che l’Oms Europa. “Stiamo entrando nell’inverno con un aumento di casi e di ricoveri, la situazione epidemiologica in Europa è molto preoccupante”, ha detto il capo della task force sugli studi clinici dell’Agenzia europea per i medicinali, Fergus Sweeney, in conferenza stampa. E l’invito è sempre lo stesso: “è molto importante che ognuno si vaccini o completi il ciclo di vaccinazione, perché non siamo tutti protetti finché ciascuno non è protetto”. Per l’Organizzazione mondiale della sanità, nella sua direzione regionale che copre 53 paesi tra Europa e Asia, “oggi, ogni singolo paese in Europa e in Asia centrale sta affrontando una reale minaccia di ripresa del Covid-19 o la sta già combattendo”. “L’attuale ritmo di trasmissione nella regione è motivo di grave preoccupazione con i casi di Covid-19 che si stanno avvicinando ancora una volta a livelli record e la variante Delta più trasmissibile che continua a dominare la trasmissione in Europa e in Asia centrale”, ha affermato il direttore regionale dell’Oms Europa, Hans Henri P. Kluge.

In base agli ultimi dati dell’Oms Europa nelle ultime quattro settimane, l’Europa ha registrato un aumento superiore al 55% dei nuovi casi di Covid-19 e i tassi di ricovero ospedaliero a causa di Covid-19 sono più che raddoppiati in una settimana. “Secondo una proiezione affidabile, se rimaniamo su questa traiettoria, potremmo vedere un altro mezzo milione di morti per Covid-19 in Europa e in Asia centrale entro il primo febbraio del prossimo anno e 43 paesi nella nostra regione dovranno affrontare uno stress da alto a estremo su letti d’ospedale”, afferma il dottor Kluge. I motivi di tali aumenti, secondo l’istituto dell’Onu, andrebbero ricercati in una copertura vaccinale insufficiente e, in secondo luogo, nell’allentamento della sanità pubblica e delle misure sociali.

La campagna vaccinale procede per coloro che già si sono sottoposti ai vaccini. La maggior parte degli Stati ha iniziato a somministrare dosi di richiamo a persone vulnerabili o persone più esposte a rischio infezioni. E lo scenario è quello che porta al prossimo “prevedibile passo” di un’estensione delle dosi di richiamo alla popolazione generale, stando alle parole del responsabile della task force per i vaccini e le terapie Covid-19 dell’Ema, Marco Cavaleri. L’Agenzia europea è in attesa anche di ricevere i dati sulle dosi di richiamo di Johnson&Johnson somministrate sei mesi dopo la prima dose, mentre per dicembre sono previste le conclusioni sull’uso del vaccino Pfizer-BioNTech per i bambini tra i 5 e gli 11 anni. Presto potrebbero arrivare anche le dosi di richiamo di Astrazeneca: l’Ema afferma di essere in dialogo con l’azienda i cui dati potrebbero supportare l’uso di dosi di richiamo.

La novità della giornata è l’approvazione da parte dell’agenzia del farmaco del Regno Unito della pillola antivirale contro il Covid-19 di Merck, nota come molnupiravir. È il primo Paese a dare l’ok al farmaco, che gli esperti ritengono abbia mostrato di trattare con successo la malattia. La pillola è stata autorizzata per le persone adulte che sono risultate positive al Covid-19 e hanno almeno un fattore di rischio di sviluppo di malattia grave, come obesità o malattie cardiache. Il farmaco va assunto due volte al giorno per cinque giorni dalle persone che hanno sintomi moderati. La terapia, che riduce sintomi e velocizza la ripresa, potrebbe costituire una svolta, riducendo la pressione sugli ospedali e contribuendo a ridurre le epidemie nei Paesi poveri con sistemi sanitari fragili. E l’altra grande novità è che la pillola anti-Covid potrebbe arrivare presto anche nei paesi europei ed essere già iniziata ad usare dai singoli Stati dell’Ue prima ancora dell’approvazione da parte dell’Ema. L’Agenzia europea dei medicinali ha infatti annunciato di aver iniziato la revisione del farmaco e di voler arrivare a un’autorizzazione il prima possibile. Nel frattempo, l’Ema può supportare l’uso emergenziale negli Stati membri e aiutarli nell’uso del prodotto.

di Fabio Fantozzi

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