Covid, caso ‘falsi positivi’: Nas chiudono 21 centri per tamponi rapidi

Ventuno centri per i tamponi rapidi chiusi dai Nas in tutta Italia perché "in condizioni igienico-strutturali carenti e con modalità non compatibili con la prosecuzione dell'attività".

Foto Cecilia Fabiano/ LaPresse

MILANO – Ventuno centri per i tamponi rapidi chiusi dai Nas in tutta Italia perché “in condizioni igienico-strutturali carenti e con modalità non compatibili con la prosecuzione dell’attività”. È il bilancio dell’attività che i carabinieri del Nas hanno condotto in tutta Italia, chiudendo farmacie e laboratori contro il fenomeno dei ‘falsi positivi’ e cioè persone già risultate positive che si presentano presso un punto di prelievo con la tessera sanitaria di un’altra persona ‘no vax’ così da fargli ottenere, alla scadenza del periodo di quarantena e successivamente a un test negativo effettuato da quest’ultimo, il green pass. L’obiettivo dei controlli dei Nas era controllare che venissero effettuate correttamente le operazioni di identificazione dei soggetti da sottoporre a test, previa richiesta ed esibizione del documento di identità unitamente alla tessera sanitaria. Centri senza autorizzazione regionale, effettuati, in 4 casi, da personale non qualificato, test rapidi eseguiti in androni di palazzi, sottoscala.

Sono stati sequestrati complessivamente 677 kit per tamponi rapidi risultati non idonei e individuati 18 operatori che svolgevano l’attività sebbene privi del green pass.

Negli ultimi 30 giorni i servizi di controllo hanno interessato complessivamente 1.360 farmacie e centri di analisi, rilevando irregolarità presso 170 di essi (pari al 12,5%) e contestando 282 violazioni per uso di tamponi e kit reagenti non regolari, i quali, non rispettando gli standard richiesti, potevano fornire un risultato inattendibile; mancata identificazione e registrazione delle persone sottoposte a test nonché irregolarità nella comunicazione delle risultanze nella piattaforma sanitaria informatica; inadeguatezza delle figure professionali impiegate nell’esecuzione dei tamponi, in quattro casi effettuati da personale non qualificato e in altri casi privo del green pass obbligatorio; effettuazione dei test in ambienti non idonei sotto il profilo igienico sanitario, in locali promiscui o in totale assenza di autorizzazione regionale, aumentando il rischio di contagio.

L’estensione delle verifiche ha inoltre consentito di accertare ulteriori violazioni connesse con la regolare tenuta di farmaci e dispositivi medici, eseguendo il sequestro di 650 confezioni di medicinali defustellati e 25.300 mascherine facciali irregolari.

LaPresse

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome