Covid, domani primo round su riaperture: Speranza punta al 3 maggio. Il no di Salvini

Foto Roberto Monaldo / LaPresse Nella foto Roberto Speranza

ROMA – Riaperture e le sue cinquanta sfumature. Si consumerà domani alle 11, nella cabina di regia – convocata dal premier Mario Draghi con le forze di maggioranza – il primo round sulla road map che permetterà all’Italia di rialzare qualche saracinesca.

Le posizioni tra rigoristi (Speranza e Pd) e aperturisti (centrodestra) restano distanti, con la spinta della Lega ad una ulteriore accelerata, che lascia perplessi anche gli alleati di Forza Italia. “Allentamento graduale e delle restrizioni”, è questo il punto su cui il ministro della Salute intende ripartire per “consentire a tutti una stagione nuova, ma in sicurezza”, avverte.

Prudenza e ancora prudenza, è questo l’ordine di scuderia che parte dagli scienziati stessi e che si basa su una rilevazione e analisi dei dati che non potrà essere fatta, filtra dall’ala più cauta della maggioranza, prima di venerdì della prossima settimana. Quindi con il prossimo monitoraggio dell’Iss che potrà certamente fornire la traiettoria per eventuali progetti di allentamento, ma non prima del 3 maggio prossimo. E’ plausibile infatti che il week-end del Primo maggio si tinga di rosso, come tutte le festività, con il centrodestra che, anche su questo tema, vorrebbe adottare misure meno rigide, da zona arancione.

Nelle ipotesi che seguono la linea del rigore e della prudenza il calendario delle riaperture dovrebbe prevedere dal 3 maggio il ritorno in classe delle scuole Superiori e a seguire, dopo una analisi dell’impatto di questo allentamento, rialzare le serrande per bar e ristoranti a pranzo, ma solo se con tavoli all’aperto. Stesso discorso per lo sport. La data cerchiata in rosso insomma è quella del 23 aprile, non solo per l’esame della curva epidemiologica e anche del relativo peso dell’epidemia sul sistema ospedaliero, ma anche sul fronte dei vaccini. Ema si dovrebbe esprimere la prossima settimana su Johnson & Johnson, su cui si poggia la campagna vaccinale del commissario e generale, Francesco Paolo Figliulo.

Non è d’accordo ovviamente Matteo Salvini che insiste: “Se domani la cabina di regia vedrà i dati in miglioramento in molte zone d’Italia per me la prossima settimana possiamo fare un Cdm e decretare il ritorno alla zona gialla e quindi alla vita”. Sia Forza Italia che Lega, infatti, vogliono approfittare del monitoraggio di domani per programmare già dal 26 aprile le riaperture.

Per fare questo servirà appunto un Consiglio dei ministri e una semplice delibera (essendo previsto già nel dl Covid del 6 aprile una modifica delle misure in caso di miglioramento dell’epidemia) per permettere alcune riaperture in determinate zone a basso rischio. Diverso sarebbe invece il ripristino della ‘zona gialla’, quello che vuole appunto il leader della Lega.

Per far tornare l’Italia a tre colori serve, infatti, un nuovo decreto legge, che per ora diverse fonti dell’esecutivo escludono a breve. Altro punto su cui Draghi non intende retrocedere è l’ordine di priorità. Per il premier vanno riportati prima i ragazzi del liceo sui banchi di scuola e poi riaprire bar e ristoranti. E insieme le due misure non sono ancora sostenibili, trapela da chi sta lavorando al dossier.

Intanto le regioni oggi, sotto la guida del neo-presidente Massimiliano Fedriga, hanno messo a punto le nuove linee guida per le riaperture. “Si tratta di proposte elaborate dai Dipartimenti di prevenzione delle Regioni su cui chiederemo il parere del CTS che ci auguriamo arrivi il prima possibile”, spiega il governatore del Friuli Venezia Giulia.

Il documento licenziato dalla Conferenza tratta nello specifico la ristorazione, le palestre, le piscine, le strutture termali, i cinema e gli spettacoli dal vivo. “Su questo versante – sottolinea Fedriga – il Governo può contare sulla massima collaborazione da parte delle Regioni: riteniamo infatti fondamentale che le istituzioni si muovano di pari passo con i cittadini, superando gradualmente la fase dei divieti e introducendo una nuova stagione di riaperture accompagnate da regole per evitare nuove impennate nella curva dei contagi”.

Il documento, definito tutto ottimista da diverse fonti scientifiche, sarà sul tavolo del Comitato tecnico scientifico domani nella riunione delle 14,30, senza conferma che un parere arrivi a stretto giro. In questo quadro diversificato, dove ognuno dice la sua, sarà Draghi a trovare la sintesi e dettare la linea. E’ attesa infatti per domani pomeriggio la conferenza stampa durante la quale il premier chiarirà la posizione del governo, step by step, come ha più volte ribadito, in quella che sta diventanto il consueto incontro con i giornalisti del venerdì.(LaPresse)

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