Covid, Iss: “Nessuna evidenza che Omicron sia più grave”. Figliuolo: “Target 400mila vaccini al giorno”

Foto Filippo Attili / Palazzo Chigi / LaPresse Nella Foto Francesco Paolo Figliuolo

ROMA – Preoccupazione ma non panico. Dopo la scoperta della variante Omicron la comunità scientifica prova a mettere ordine. Gli esperti – in base alle prime evidenze scientifiche – la definiscono più contagiosa ma non più pericolosa. “Va tenuta sotto controllo ma non abbiamo alcune evidenza che possa provocare una malattia più grave”, spiega il coordinatore del Cts, Franco Locatelli mettendo in luce come a oggi nessuna variante si sia dimostrata “resistente all’effetto dei vaccini”.

Un pensiero condiviso dall’Iss in un documento apposito su Omicron dove si evidenzia come le strategie di contenimento rimangano sempre le stesse ovvero vaccinazione, uso della mascherina on particolare attenzione specie negli ambienti chiusi o affollati e frequente igiene delle mani. Il già coordinatore del Cts, Agostino Miozzo, a LaPresse parla apertamente di “terrorismo mediatico che venerdì ha fatto crollare le borse di 4 punti”, anche perché “dalle prime informazioni pare che i contagiati, ovviamente se vaccinati, non sviluppino sintomi particolarmente severi”.

E proprio sulla campagna vaccinale occorre concentrare gli sforzi, tanto a livello mondiale quanto a quello locale. “L’identificazione della variante Omicron nell’area meridionale dell’Africa conferma l’urgenza di fare di più per vaccinare la popolazione dei Paesi più fragili”, le parole di Roberto Speranza nel suo intervento al G7 dei ministri della Salute. Non solamente una questione di dosi ma di “distribuzione” racconta Miozzo che di recente a capo della spedizione della Regione Lombardia per aiutare la Sierra Leone nella campagna anti-Covid.

In Italia il generale Francesco Paolo Figliuolo invita le Regioni all’impiego “massivo” di tutte le risorse disponibili per il proseguimento della campagna vaccinale per la dose booster con priorità “a favore delle categorie più vulnerabili e di quelle per cui sussiste l’obbligo”. Il commissario all’emergenza fissa anche dei target che, dall’1 al 12 dicembre, devono attestarsi attorno alle 400mila somministrazioni al giorno con picchi di 450mila fino ai 300mila dei giorni festivi per un totale di almeno 2,9 milioni di dosi.

Una sforzo necessario perché l’andamento della curva epidemiologica in Italia prosegue il suo trend di lento aumento. Nelle ultime 24 ore i casi confermati sono 7.975 con un tasso di positività del 2,9% e 65 decessi. I pazienti ricoverati con sintomi negli ospedali superano quota 5mila. Di questi 669 si trovano in terapia intensiva con 58 ingressi giornalieri.

Una situazione assolutamente non paragonabile con 365 giorni fa, quando i ricoverati erano 32.800 nei reparti ordinari e 3.700 in terapia intensiva, ma assolutamente da monitorare. Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, rende infatti noto che oltre al Friuli Venezia Giulia, già in zona gialla, hanno superato la soglia di allerta del 15% di pazienti ricoverati in area medica anche provincia autonomia di Bolzano e Valle d’Aosta.(LaPresse)

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