Covid, Remuzzi: “Curva in calo da metà aprile ma preoccupa la variante Xe”

Le parole del direttore dell'Istituto farmacologico Mario Negri

People line up to get tested for coronavirus in Bolzano, northern Italy, Friday, Nov. 20, 2020. Citizens in Italy’s small Germany-speaking province of South Tyrol were lining up Friday at schools, gymnasiums and pharmacies for a mass COVID-19 screening that officials hope will speed a lifting of the partial lockdown and get children back to school. (AP Photo/Antonio Calanni)

MILANO – “In Italia un picco di contagi, ricoveri e morti si è verificato tra gennaio e febbraio di quest’anno, seguito da un calo e un picco di ripresa. Una discesa più significativa dovrebbe cominciare a metà aprile per poi proseguire fino a luglio, anche grazie alla bella stagione”. Lo dice in una intervista al Corriere della Sera il direttore dell’Istituto farmacologico Mario Negri Giuseppe Remuzzi, citando l’analisi del Global burden of disease (Gbd), il programma internazionale che valuta l’impatto delle principali malattie a livello di mortalità e disabilità. “Le previsioni del Gbd, messe a punto però prima dell’avvento di Omicron BA.2, indicano zero casi di Covid in Italia tra giugno e agosto. Una prospettiva importante, anche se abbiamo imparato che questo virus ci può riservare molte sorprese”, avverte Remuzzi.

Tra i motivi di preoccupazione, lo scienziato vede in primo luogo quello che sta accadendo a Hong Kong, dove c’è “un’ondata pesantissima che dimostra in modo inequivocabile come Omicron non sia poco pericolosa in una popolazione, soprattuto anziana, poco vaccinata. Solo il ciclo completo con tre dosi ci può proteggere da questa ed altre varianti. In Italia abbiamo un milione e 200 mila over 70 che non hanno completato il ciclo vaccinale: un grosso serbatoio di circolazione per il virus”.

Anche la variante Xe ci deve preoccupare “perché si tratta di una variante ricombinante, ovvero che ha unito in sé parti di Omicron BA.1 e di Omicron BA.2. Al contrario di altri ceppi ricombinanti, come Xd e Xf (mix tra Delta e Omicron), che non hanno grande diffusione, Xe sta prendendo piede in Inghilterra (dove l’attività di sequenziamento è molto intensa) e ci aspettiamo che possa essere già presente anche in Italia”.

Quanto alle mascherine, per Remuzzi “è fondamentale mantenere questo semplice presidio di sicurezza, considerando che lo scenario è in forte evoluzione”.

(LaPresse)

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