Covid, Signorelli: “Vicini al picco, fase nuova nel giro di un mese”

People line up to get tested for coronavirus in Bolzano, northern Italy, Friday, Nov. 20, 2020. Citizens in Italy’s small Germany-speaking province of South Tyrol were lining up Friday at schools, gymnasiums and pharmacies for a mass COVID-19 screening that officials hope will speed a lifting of the partial lockdown and get children back to school. (AP Photo/Antonio Calanni)

MILANO – “C’è da soffrire ancora un po’, ma non tanto. Già in questi giorni dovremmo aver raggiunto il picco dei contagi. Mercoledì i dati ci diranno se siamo nel giusto. Ci aspettiamo che i casi non superino i 200 mila. Significherebbe che sono in discesa. Il bollettino di metà settimana è importante per capire la situazione. Quelli di lunedì e martedì sono illusori in quanto tengono conto del minor numero di tamponi del fine settimana”. Lo dice in una intervista al Corriere della Sera l’epidemiologo Carlo Signorelli, ordinario di Igiene al San Raffaele.

Se si osservasse la flessione annunciata, “nel giro di qualche settimana comincerebbero a diminuire ricoveri ordinari, poi quelli in terapia intensiva, i più veritieri per misurare l’andamento dell’epidemia, e per ultimo i decessi. Ci vorrà circa un mese per entrare nella nuova fase e vedere tutti i parametri diminuire”.

La discesa della curva dei contagi, però, “non sarà altrettanto” veloce come l’incremento. “Tra la diagnosi di un’infezione da Sars-CoV-2 e l’esito peggiore della malattia Covid 19 passa un mese – spiega – La permanenza media di un paziente in terapia intensiva è due settimane. In Italia abbiamo oltre 2,5 milioni di persone in quarantena e isolamento. Anche i servizi soffriranno ancora un po’. Parlo di scuole, con insegnanti risultati infetti, trasporti e tutte le attività fondamentali per la comunità”.

“La variante Omicron, meno aggressiva ma sei volte più contagiosa di Delta che l’ha preceduta, ci ha insegnato che abbiamo a che fare con un virus dal comportamento imprevedibile. La tendenza del Sars-CoV-2 dovrebbe essere quella di adattarsi alla convivenza con l’uomo. Sperando che non arrivino ceppi nuovi capaci di aggirare l’immunità vaccinale. È presto per liquidare il problema pandemia in Italia”, sottolinea.

“Oggi il parametro più importante è l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva. Gli altri dati vanno raccolti ma senza attribuire loro un peso statistico. Tutti noi siamo favorevoli a poter disporre di numeri quotidiani. Abbiamo fatto tanto per averli, sono un tesoro da preservare. Sarebbe meglio però trovare un diverso sistema di comunicazione al pubblico”, conclude.

(LaPresse)

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